Banca Mondiale: l’acquisto di terra, un’arma a doppio taglio

 La crescita esponenziale che si sta verificando su larga scala in relazione agli acquisti di terreno nei paesi in via di sviluppo offre sicuramente un’opportunità economica significativa, ma si tratta anche di un fattore di debolezza per le popolazioni più vulnerabili: in sintesi, questo concetto è quanto è stato annunciato dalla Banca Mondiale (conosciuta anche come Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo) nel corso della giornata di ieri. Gli alti prezzi del cibo stanno spingendo sempre più le società operanti nel settore primario a cercare la capitalizzazione dei terreni meno costosi, mediante l’acquisto di milioni di ettari di terra arabile in zone come l’Africa, l’America Latina e l’Asia. Secondo la World Bank, poi, i paesi in questione necessiterebbero di inquadrare al meglio i diritti terrieri; i governi, inoltre, dovrebbero svolgere un ruolo più convincente nell’ambito delle politiche di acquisto. La convinzione è che i miglioramenti della produttività siano essenziali, una strada da percorrere con fiducia per ridurre la povertà e il sostentamento alimentare.

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