Lavoro, crescono gli indeterminati

Sono in netta crescita i nuovi posti di lavoro e, grazie alla decontribuzione dei nuovi contratti stabili introdotta dalla Finanziaria dello scorso anno, lo fanno in particolare quelli a tempo indeterminato.

Il 2015 sarà con ogni probabilità un anno da ricordare sotto questo punto di vista. Tra gennaio e settembre, secondo i dati dell’Inps, si sono registrati 469mila contratti in più, considerando il saldo tra le aperture di nuovi contratti stabili (1,33 milioni), più le trasformazioni di tempi determinati o apprendisti in tempi indeterminati (371mila), e togliendo le cessazioni di contratti stabili (1,23 milioni). L’Istituto annota che si tratta di una variazione “fortemente positiva e nettamente superiore a quella registrata” nello stesso periodo del 2014, quando i contratti stabili in più furono circa 98mila.

Il saldo complessivo tra attivazioni e cessazioni di rapporti di lavoro – considerando tutte le forme contrattuali, inclusi tempi determinati e apprendisti, cioè tutto il lavoro subordinato – è positivo per quasi 600mila unità.

L’effetto degli sgravi fino a 8mila euro di contributi è importante: ancora l’Istituto dice infatti che sono oltre 900.000 gli assunti ‘stabili’ con le agevolazioni contributive previste dalla Stabilità per il 2015. In 703.890 casi si tratta di nuove assunzioni e in altri 202.154 casi di trasformazioni di contratti a termine. Anche grazie a queste agevolazioni, cambia la morfologia del lavoro in Italia, con uno spostamento verso il tempo indeterminato. Bisogna ricordare che dal marzo scorso è entrato in vigore il Jobs Act, con il noto depotenziamento delle tutele (vedi articolo 18) per i nuovi assunti. In ogni caso, il numero dei rapporti stabili sul totale dei rapporti di lavoro attivati o variati passa dal 32% dei primi nove mesi del 2014 al 38,1% dello stesso periodo del 2015. Nella fascia di età fino 29 anni, l’incidenza dei rapporti di lavoro “stabili” sul totale dei rapporti di lavoro passa dal 24,4% del 2014 al 31,3% del 2015.