OpenAI ha recentemente completato una trasformazione che segna un nuovo capitolo nella sua storia. E il ruolo di Microsoft quale sarà?

Cosa cambia per OpenAI
L’organizzazione, nata come fondazione senza scopo di lucro nel 2015 con l’obiettivo di promuovere un’intelligenza artificiale sicura e utile per tutti, è ora diventata una vera e propria società a fini di lucro. Questo passaggio non rappresenta solo un cambiamento amministrativo per OpenAi, ma un’evoluzione sostanziale nel modo in cui l’azienda si finanzia, si gestisce e si relaziona con i suoi partner.
La nuova struttura prevede che OpenAI operi come una public benefit corporation, una forma societaria che coniuga la ricerca del profitto con l’impegno verso un obiettivo di beneficio collettivo. In questo modo, l’azienda intende continuare a perseguire la sua missione originaria ma con strumenti più adatti al mercato. E alla crescente competizione nel settore dell’intelligenza artificiale.
La vecchia fondazione non profit non scompare del tutto. Essa mantiene infatti una partecipazione e un ruolo di supervisione strategica, in modo da assicurare che le decisioni restino coerenti con i principi etici alla base del progetto.
Uno degli elementi più importanti di questa nuova fase è il consolidamento della partnership con Microsoft che da anni è il principale alleato e finanziatore di OpenAI. L’accordo rinnovato prevede che Microsoft detenga una quota significativa della nuova società, stimata intorno al 27%.
Nuovi accordi tra le parti

E che continui a fornire le infrastrutture cloud necessarie per l’addestramento e il funzionamento dei modelli di intelligenza artificiale più avanzati. Al tempo stesso, OpenAI ottiene una maggiore autonomia operativa, con la possibilità di collaborare anche con altri partner tecnologici. Un segno che l’azienda punta a bilanciare indipendenza e cooperazione strategica.
Il nuovo contratto definisce anche le condizioni di accesso esclusivo per Microsoft ad alcuni modelli sviluppati da OpenAI, in particolare quelli di frontiera, fino al raggiungimento della cosiddetta “intelligenza artificiale generale” o in alternativa, fino al 2032.
La decisione di OpenAI di diventare un’impresa a scopo di lucro ha suscitato ampio dibattito, poiché pone interrogativi sul futuro equilibrio tra la missione etica e le esigenze economiche. Le autorità americane stanno monitorando attentamente la transizione, soprattutto per verificare che la nuova governance resti conforme alle regole che disciplinano le società con finalità di beneficio pubblico.
OpenAI quindi non è più soltanto un laboratorio di ricerca, ma una potenza economica e tecnologica globale. La sfida dei prossimi anni sarà mantenere fede alla promessa originaria di un’intelligenza artificiale al servizio di tutti, pur operando in un contesto sempre più competitivo e dominato dagli interessi del mercato.