L’eurozona vara l’aumento delle risorse per l’Fmi

 I ministri dell’eurozona hanno concordato proprio ieri il potenziamento delle risorse del Fondo Monetario Internazionale di 150 miliardi di euro: si tratta di una misura volta a contrastare in maniera ancora più efficace la crisi del debito, ma non è ancora chiaro se si potrà raggiungere il limite dei duecento miliardi, soprattutto alla luce del diniego britannico. La conference call in questione è durata ben tre ore e al termine di essa, gli stessi ministri hanno annunciato che le nuove garanzie di prestito nei confronti dell’organizzazione di Washington verranno messe a disposizione anche dalla Repubblica Ceca, dalla Danimarca, dalla Polonia e dalla Svezia, paesi che non fanno parte dell’unione monetaria.

C’è comunque da precisare che prima di tutto è necessario che i prestatori conquistino l’approvazione del parlamento, mentre è ben noto che la stessa Gran Bretagna non ha alcuna intenzione di partecipare al piano. Sarà quantomeno urgente rinvenire nuove nazioni pronte a prendere parte all’iniziativa, la quale prevede appunto 150 miliardi di euro di risorse aggiuntive che saranno realizzate attraverso dei prestiti bilaterali al Fondo. Le garanzie sono ora aperte anche ai membri del G20 e ad altri componenti influenti dello stesso Fmi. Il governo di Londra si è invece limitato a ribadire la sua opposizione a qualsiasi forma di contributo, senza spiegare però i motivi alla base di questa scelta così radicale; la speranza, però, è quella di convincere la monarchia nordeuropea nel corso del 2012.

L’incremento delle risorse a disposizione del Fondo, infatti, viene visto da molte parti come uno dei pilastri volti a rafforzare le capacità economiche e finanziarie dell’eurozona, il tutto nel nome della flessibilità. D’altronde, come ha anche precisato il numero uno della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, il mercato obbligazionario sarà caratterizzato da una pressione piuttosto significativa il prossimo anno, in particolare nel corso del primo trimestre, visto che l’importo complessivo sarà pari a 230 miliardi di euro.

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