Sprint Nextel sempre più in calo: i clienti passano ad altre compagnie telefoniche e aumenta il debito netto

 Sprint Nextel Corp., terza maggiore compagnia statunitense di telefonia mobile, ha fatto registrare un profitto in linea con le stime degli analisti economici, soprattutto perché molti clienti sono passati a compagnie che offrivano telefoni cellulari a prezzi più popolari. Se si eccettuano alcuni costi e guadagni, la società americana ha chiuso in pareggio il suo terzo trimestre, secondo quanto è stato reso pubblico da una dichiarazione odierna.

 

Entrando maggiormente nei dettagli, gli analisti avevano previsto un profitto medio del 3% per ogni azione. Sprint ha anche fatto sapere di voler rinegoziare i suoi accordi del credito, al fine di evitare il rischio di inadempienza. La compagnia telefonica ha tra l’altro perso circa 1,1 milioni di abbonati, il che rappresenta il peggior declino da quando vi è stata la sua acquisizione della Nextel Communications Inc. nel 2005. Sprint aveva previsto che ci sarebbe stata una pressione di tal genere sui suoi clienti in quest’ultimo trimestre. Gran parte delle persone si sono rivolte in massa alla AT&T Inc. per poter ottenere l’ultimo iPhone della Apple Inc.

 

L’analista Michael Nelson si è così pronunciato:

Sprint, a questo punto, è chiaramente esposta a notevoli rischi e mi piacerebbe vedere con evidenza che la compagnia sta operando con successo. Non abbiamo intenzione di fornire loro il beneficio del dubbio.

La perdita netta ammontava a ben 326 milioni di dollari, vale a dire 11 centesimi per ogni azione: tale dato deve essere confrontato con il guadagno ottenuto dalla società, 64 milioni di dollari (2 centesimi per azione). Anche le vendite non sono andate meglio (-12%) ed hanno raggiunto quota 8,82 miliardi di dollari (le stime degli economisti prevedevano 8,86 miliardi di dollari). Sprint, società che ha sede nella città di Overland Park (Kansas), ha perso più di 1 miliardo di dollari quest’anno e sta tentando in tutti i modi di far fronte al debito causato dal raffreddamento dei costi dei prestiti: alla fine dell’ultimo trimestre tale debito era pari a circa 18,5 miliardi di dollari.

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