Sembra quasi che non vi dorma la notte Donald Trump per mettere a punto strategie in grado di far tremare l’economia mondiale: l’ultima da questo punto di vista riguarda dazi doganali del 25% sull’acciaio e del 10% sull’alluminio.
Una nuova spinta verso il protezionismo più sfrenato che sta mettendo in allarme generale gli analisti di tutto il mondo e che ha portato Moody’s a sottolineare con una nota che che i paesi più colpiti saranno il Canada e il Bahrein, ovviamente i due paesi che più di tutti importano acciaio dagli Stati Uniti. La reazione della borsa americana non si è fatta attendere con il Dow Jones che ha perso l’1,7%, a 24.608,98, dopo essere crollato fino del 2,3%, nei minimi intraday. Anche l’S&P ha ceduto l’1,33% a 2.677,67 seguito a ruota dal Nasdaq Composite con il suo -1,27% a 7.180,56.
Non sono mancate le reazioni: il Canada ha minacciato di prendere le proprie misure in tal caso e lo stesso farà l’Unione Europea “in modo fermo e commisurato” a quello che avverrà. Il problema, va sottolineato, sono gli investitori: sono loro quelli che rischiano maggiormente. E che temono, insieme agli analisti che i dazi possano divenire un elemento inflazionistico, in quanto tendono a tradursi in un aumento dei prezzi per i consumatori.
Qualcosa che a Donald Trump non interessa visto che ha già fatto sapere che i dazi doganali avranno inizio la prossima settimana e che perdureranno a lungo al fine di “proteggere le aziende che operano negli Usa e i lavoratori dai prezzi bassi dell’acciaio estero”. Ma sarà davvero così?