Unicredit, no a rinuncia Commerzbank

Unicredit non intende rinunciare a Commerzbank. A prescindere dalla posizione del governo tedesco, il quale respinge il metodo della banca italiana definendolo “non concordato” e “non amichevole”.

 

La situazione di Unicredit in territorio tedesco

Soprattutto ora che la banca di Andrea Orcel ha ricevuto tutti i via libera regolamentari e legali, compresi quelli della Fed, dell’Autorità federale tedesca per la concorrenza e della Bce. Attualmente Unicredit è salita al 20% dei diritti di voto e ha convertito in azioni circa il 10% del suo capitale.

La banca ha inoltre reso noto che il restante 9% della sua posizione sintetica in Commerzbank verrà convertito “a tempo debito”. Fattore, questo, che la porterà in seguito a possedere circa il 29% dei diritti di voto all’interno dell’istituto di credito tedesco. Unicredit, muovendosi in questo modo, è divenuta in pratica il maggior azionista di riferimento all’interno di Commerzbank.

Entrando più nello specifico, la banca di Piazza Gae Aulenti ha convertito in azioni il 10% della quota posseduta tramite derivati, che si aggiunge al pacchetto titoli pari al 9,9% già parte dei propri possedimenti. Da cui rimangono fuori circa un 9% di derivati costruiti alla fine dello scorso anno. La posizione di Unicredit all’interno di Commerzbank è divenuta quella attuale grazie all’attivazione dell’equity swap con Barclays e BoFA sull’11,5% del capitale e grazie ai derivati siglati con intermediari finanziari americani non troppo tempo fa.

C’è attesa per quel che riguarda Banco Bpm

Presi dal risiko bancario italiano, avevamo messo da parte la sponda tedesca di Unicredit. Nonostante l’istituto di Andrea Orcel abbia sempre mantenuto una sua posizione netta per quel che concerne il settore bancario tedesco. E nonostante le rimostranze di Deutsche Bank e della Cancelleria di Berlino nei confronti della scalata tricolore.

L’aggiornamento in merito alla situazione sul suolo tedesco di Unicredit è giunto la scorsa settimana, in occasione di quello legato al prospetto su Banco Bpm. L’istituto di Andrea Orcel aveva fatto sapere di aver ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie, comprese quelle di diversi Länder tedeschi.

Non è un caso che la banca italiana si sia concentrata sul dossier tedesco. Dato ciò che può rappresentare per il futuro, si tratta di un ottimo investimento. I tempi? Sono molto meno stretti rispetto a quelli previsti per Banco Bpm, per il quale sarà curioso e interessante capire come si muoverà Bruxelles in merito al Golden Power.

Da quel che si dice nel settore, la Commissione europea sarebbe in procinto di inviare al governo una lettera contenente dei rilievi sull’utilizzo del Golden Power per quel che concerne l’Ops di Unicredit su Banco Bpm. In attesa che, entro il prossimo 16 luglio, il Tar pubblichi la sentenza in merito al ricorso della banca nei confronti dell’esecutivo.