Italia opportunità di investimento secondo Citigroup

 Nel primo semestre dell’anno l’investimento sul sistema-Italia era visto come un pericolo dai grandi investitori istituzionali, che si tenevano alla larga dalla perfieria europea. Poi, sul finire di luglio qualcosa è cambiato grazie alle misure anti-speculazione messe in campo dalla BCE. Gli investitori istituzionali hanno preso fiducia sull’Europa e iniziato a selezionare le migliori opportunità sulla base delle prospettive future e sugli sforzi compiuti dai paesi per ritornare ad essere credibili sui mercati internazionali. L’Italia è diventato di colpo oggetto di interesse di grandi fondi e banche di investimento, in particolare quelle americane.

Banche italiane restano rischiose secondo Citigroup

 Il colosso finanziario americano Citigroup continua a consigliare ai propri clienti di restare in sottopeso sul settore bancario italiano. Secondo gli esperti della banca americana, nonostante il miglioramento delle condizioni a livello di debito sovrano, le banche italiane restano rischiose. La redditività resta sotto pressione a causa dei bassi tassi di interesse, che influenzano negativamente il margine di interesse, e la congiuntura sfavorevole riduce le previsioni di miglioramento nei prossimi trimestri. Stamattina le banche italiane sono in rosso, in particolare Bca Pop Milano che perde il 2,3% circa e Banca Mps in calo del 2%.

Italia in recessione fino al 2014 secondo Citigroup

 Agenzie di rating e banche d’affari tornano a interessarsi della situazione economica dell’Italia. Nonostante il crollo dello spread e il buon andamento di Piazza Affari negli ultimi due mesi, l’economia reale resta ancora al palo per il Belpaese. La banca americana Citigroup ha pubblicato un report dal titolo “Italia: nella fossa dei leoni”. Gli analisti della banca invitano alla prudenza, in quanto il rischio politico potrebbe subire un’escalation in vista delle elezioni previste per il 2013. Citi ritiene che gli investitori cercheranno prima di capire l’aspetto politico, poi quello economico e infine il mercato.