La Svezia insegna a gestire il debito pubblico

 Anche la Svezia, come altri paesi del Vecchio Continente, dovrà fronteggiare un 2012 a dir poco difficile: però, a differenza del resto dell’Ue, la nazione scandinava ha da tempo trovato la soluzione giusta ai propri problemi, una lezione che deve essere appresa con prontezza anche da altri Stati. Il rallentamento della crescita di Stoccolma dovrebbe essere inferiore al punto percentuale nel corso di questo nuovo anno, ben al di sotto del -4.5% registrato nel 2011, un risultato che potrà essere raggiunto soprattutto grazie alle massicce esportazioni.

Svezia taglia tassi di riferimento all’1,75%

 La Banca centrale svedese ha tagliato il costo del denaro di 25 punti base portandolo all’1,75% dopo aver rivisto al ribasso le stime di crescita dell’economia del Paese: per il 2012 era prevista una crescita del 1,5%, ma le nuove stime indicano cifre non superiori all’1,3%. L’inflazione 2012 invece dovrebbe attestarsi sull’1,5% dalla precedente stima del 1,9%. Ricordiamo che la Svezia, dopo la Norvegia, é il secondo Paese che ha mantenuto il deficit al livello più basso della media europea. Insieme al Paese nord europeo, proprio in questi giorni un’altra autorità ha preso decisioni di politica economica: la Bank of Japan ha mantenuto invariati i tassi di interesse ad un valore prossimo allo zero (0-0,1%) con un voto all’unanimita’, ha inoltre ridotto le stime sulla crescita economica del Paese.

In Svezia l’indebitamento non fa più paura

 La Svezia sta riuscendo in un’impresa davvero unica dal punto di vista finanziario: in effetti, il governo di Stoccolma è in procinto di abbassare il costo del proprio indebitamento a livelli molto simili a quelli della Germania. La principale economia scandinava si è infatti posta un obiettivo ben preciso da questo punto di vista, vale a dire il taglio del deficit a un valore più basso di quello della media europea, oltre ovviamente a un rafforzamento deciso della disciplina relativa al proprio sistema bancario. Visto che tutti guardano all’eurozona come la principale fonte del contagio, l’area nordica si vuole presentare invece come un porto sicuro in cui approdare, una visione condivisa da molti analisti finanziari.