Crisi vendita Ferrari e Maserati

 Brutte notizie per il business Ferrari. Stando a quanto affermato dalla società, infatti, durante la prima parte del 2012 le vendite dei prodotti del cavallino rampante sarebbero pressochè dimezzate, con un crollo del 70% per quanto concerne il giro d’affari Maserati. Il primo trimestre del 2012 si è pertanto chiuso con un andamento davvero deludente per il business delle auto di lusso in Italia, con presumibile flessione indotta anche dall’introduzione del superbollo da parte dell’attuale governo, e dall’intensificarsi dei controlli anti-evasione.

Federauto, l’associazione che rappresenta i concessionari di autoveicoli, ha dichiarato come “la contrazione delle vendite registrata nel primo trimestre di quest’anno di Ferrari, – 51,5% rispetto al pari periodo del 2011, e Maserati, – 70%, testimoniano come le scelte intraprese dal Governo abbiano letteralmente terrorizzato i potenziali clienti. Anche quelli, e sono la stragrande maggioranza, che nulla avrebbero da temere dall’Agenzia delle Entrate”.

Sempre stando a quanto affermato da Federauto, l’attuale contesto avrebbe condotto chi possiede auto di lusso (come Ferrari e Maserati) a “cercare di sbarazzarsene, soprattutto all’estero, o a tenerle in garage per paura di essere fermato e fatto oggetto di indagini plurime”.

Proprio in questo ambito, la richiesta al Governo è di un passo indietro esplicito, come è stato fatto con il settore della nautica, con gli emendamenti introdotti nel decreto Salva Italia, che hanno sostanzialmente alleggerito le tasse per gli elicotteri e per gli aerei privati.

SUPERBOLLO AUTO DI LUSSO: CHI VERRA’ COLPITO DALLA MANOVRA MONTI

Sempre secondo le stime di Federauto, le minori entrate per lo Stato relative al decremento del business del settore del lusso sarebbe pari a circa 105 milioni di euro rispetto a quanto rilevato nel corso del precedente 2011. “ Ci chiediamo perciò con quali criteri vengano adottate le misure fiscali quando l’effetto complessivo comporta una ulteriore depressione del mercato e perdita di gettito per lo Stato” – conclude infine la federazione.

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