Aste BTP positive ma Piazza Affari rallenta

 L’andamento del collocamento di titoli di Stato da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze è risultato essere estremamente positivo, anche se la risposta del mercato si allontana molto dalle aspettative.

La domanda sostenuta ha permesso un collocamento pari a 6,5 miliardi di euro, il massimo dell’offerta prevista. Il collocamento ha visto titoli poliennali con scadenza a 10 anni in collocamento per 4 miliardi di euro con un rendimento al 5,82%, in discesa rispetto al precedente 5,96%. La domanda è stata pari a 1,42 volte l’offerta.

I BTP a cinque anni con scadenza nel 2017 sono stati collocati per un importo pari a 2,5 miliardi di euro con un tasso di interesse del 4,73%, in netto calo rispetto al precedente 5,29%. La domanda è stata nettamente più alta dell’offerta anche in questo caso ed ha superato i 3,6 miliardi.

Infine i Certificati di Credito del Tesoro a cinque anni indicizzati al tasso Euribor a sei mesi offrono un rendimento del 5,33% e sono stati emessi per un importo pari a quasi 800 milioni di euro.

La risposta del mercato non è però proporzionale all’andamento dell’asta; l’influenza del collocamento di titoli di lungo termine (che agiscono direttamente sul differenziale) sembra non influenzare più minimamente il mondo finanziario del Vecchio Continente, ora trainato da aspettati contrastanti e notizie falsate.

Le vicende legate alle manipolazioni del tasso Euribor, il cambio di rotta netto delle agenzie di rating sui debiti sovrani del Vecchio Continente ed altri elementi decentralizzati gettano nuove perplessità sull’effettiva posizione dell’area Euro, che sia in positivo che in negativo risulta completamente falsata. Nel breve termine bisognerà capire quali sono le reali aspettative di ripresa e già durante il close settimanale di domani (che coincide con quello mensile) si potrebbe identificare una direzione da seguire nel breve-medio termine, anche se il lungo periodo resta un’incognita per praticamente tutti gli Stati membri dell’area Euro.

Diverso il discorso per Wall Street; oltre oceano la ripresa potrebbe proseguire immediatamente, sempre se il Dow Jones non si porterà al di sotto del supporto critico dei 13000 punti, livello di svolta di lungo termine.

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