Bce, Europa ferma per debito e disoccupazione

 Un  nuovo allarme arriva dal bollettino mensile della Bce, anche se più o meno i concetti si ripetono ed i problemi dell’area Euro restano i soliti. L’Europa è ferma secondo Draghi e la graduale ripresa potrebbe essere stroncata dalle “tensioni sul debito sovrano e dal loro impatto sulle condizioni del credito, dal processo di aggiustamento dei bilanci del settore finanziario e non finanziario e dall’elevata disoccupazione”.

La Banca Centrale lancia ancora una volta un monito agli istituti di credito; secondo Draghi è necessario prima di tutto che questi rafforzino la propria tenuta e poi che le banche riattivino i canali di finanziamento necessari per la crescita. L’accesso al credito, anche se non viene mai discusso come priorità, potrebbe effettivamente essere la chiave di volta per l’avvio della ripresa economica, visto che a distanza di mesi dall’inizio della crisi dell’area Euro la situazione non è cambiata sotto questo punto di vista e le aspettative di ripresa sono scese con l’avanzare del tempo.

Sempre secondo la BCE le previsioni sul lavoro sono negative; non vi sarà alcun miglioramento nel prossimo futuro ed anzi le condizioni generali sono ulteriormente peggiorate. Tra i settori peggiori c’è quello delle costruzioni, che ha visto un arretramento dell1,3% dall’ultima rilevazione.

I provvedimenti presi da Francia e Italia per risanare i conti pubblici hanno preso di mira il settore immobiliare, che ora si trova in difficoltà e potrebbe addirittura pesare in maniera incisiva nell’edilizia, dove è prevista una frenata netta nei prossimi mesi a meno di un eventuale rientro delle misure fiscali prese.

In sostanza comunque il bollettino della BCE non dice “nulla di nuovo”; crescita ferma, ripresa lontana, disoccupazione e tensione sui titoli di Stato. Le Piazze Europee viaggiano in territorio negativo, ma le cause della discesa sono da cercare nelle prese di profitto. La negatività diventerà continua solo sotto quota 13600, minimo del 9 luglio scorso che ora diventa il punto di riferimento di breve termine.

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