Campari compra Copack

 Campari acquisisce la Copack, azienda australiana specializzata nelle operazioni di imbottigliamento delle bevande. Stando a quanto si legge in una nota societaria, il prezzo è stato stabilito in 20 milioni di dollari australiani, equivalenti a quasi 14,2 milioni di euro, e in assenza di cassa, debiti finanziari per terreni, edifici, attività produttive e capitale circolante.

Sempre stando a quanto è emerso nelle ore successive alla formalizzazione dell’operazione, il completamento dell’acquisizione dovrebbe essere previsto per il terzo trimestre del 2013, mentre il payback period (ovvero, il periodo di tempo entro il quale l’investimento dovrebbe esser “ripagato”) è stimato in 6 anni.

“L’operazione” – spiega una nota societaria a commento di quanto accaduto – “costituisce un’importante opportunità per supportare la crescita futura del gruppo nella regione Asia-Pacifico”. In altri termini, dopo un triennio passato a lavorare in loco, per Campari è giunto il momento di dedicarsi “all’internalizzazione dell’attività produttiva per la regione e l’acquisizione di Copack è stata ritenuta l’opzione preferibile rispetto a un eventuale investimento nella creazione di una struttura produttiva ex novo in loco” (vedi anche target price Campari al ribasso).

Per quanto attiene le caratteristiche della società target, Copack è un’azienda specializzata nel packaging di bevande e vetro, ed ha collaborato con Campari fin dal 2010 per il confezionamento di alcuni prodotti ready-to-drink per il mercato locale.

Campari è presente in Australia fin dal 2009, ma solo l’anno successivo la società ha scelto di creare la propria struttura diretta di marketing e di distribuzione. L’anno scorso, invece, le vendite del gruppo nel mercato australiano hanno superato per la prima volta il 6 per cento del totale consolidato, proponendo la macro area tra i mercati emergenti più interessanti. Sempre nel 2012 Campari ha reso noto che il giro d’affari nel Paese è aumentato del 5,2 per cento a quota 1,34 miliardi di dollari, a fronte di una contrazione dell’1,6 per cento dell’utile netto a valori assoluti e del 6,9 per cento a cambi costanti, a 156,7 milioni.