Semestre Saras in rosso

 Deludono i conti semestrali della Saras. La società, gestore della più grande raffineria nel vecchio Continente, (e già in grado di concludere negativamente il primo trimestre) ha infatti dovuto portare a casa un risultato netto negativo per oltre 115 milioni di euro, a causa dell’improvviso ribasso delle quotazioni del greggio. Una situazione che – come già detto – appare deludente, ma che la società è convinta di poter invertire già nei prossimi mesi, con un netto miglioramento entro la fine del 2012. Ammesso che, ovviamente, le quotazioni del barile possano tornare a crescere e, con essa, il fatturato del gruppo.

Insomma, a ben vedere Saras pare felice quando ad esser tristi sono gli automobilisti italiani, e non solo. Il destino della società dipende (anche e soprattutto) dalle oscillazioni del prezzo del greggio, e la fortuna contabile è influenzata dall’esplosione dei valori del carburante. Per il momento, in attesa di tale sventurata ipotesi, la società ha dovuto chiudere i primi sei mesi del 2012 con una perdita di 117 milioni di euro, contro l’utile di 82 milioni di euro conseguito nello stesso periodo dello scorso anno.

Nelle ore successive alla pubblicazione di tali dati, la società ha ceduto fino all’8 per cento durante le negoziazioni in Piazza Affari. Niente paura, comunque: nelle scorse settimane, infatti, il prezzo delle azioni Saras era cresciuto del 40%, e il rallentamento degli ultimi giorni pare quindi esser anche figlio di un bilanciamento verso più miti e realistiche quotazioni.

Per quanto concerne le altre righe contabili, l’Ebitda di gruppo si è fermato a 54,7 milioni di euro nel primo semestre 2012, inferiore rispetto ai 188,5 milioni di euro del primo semestre 2011. Il risultato netto adjusted è stato pari a -65,9 milioni di euro, contro i – 4,9 milioni di euro del primo semestre dello scorso anno. L’indebitamento netto scende invece a 82 milioni di euro rispetto ai 653 milioni di inizio 2012 e ai 473 del 31 marzo 2012, soprattutto per la contrazione del circolante dovuta all’ottimizzazione degli inventari.

Lascia un commento