Titolo Campari nuovo minimo a due mesi a 5,42 euro

 Non è affatto un buon momento per Campari alla borsa di Milano. Il titolo attualmente mostra una quotazione di 5,58 euro per una perdita del 2,45%. Il titolo ha però evidenziato una flessione intraday molto più ampia nella prima parte della seduta, raggiungendo un minimo di giornata a 5,42 euro. Si tratta del minimo più basso da oltre due mesi. Dai massimi storici di 6,545 euro, toccati lo scorso 17 ottobre, il titolo Campari è arrivato a perdere più del 20% in meno di un mese.

Il titolo ha subito un brutto contraccolpo in borsa dopo la pubblicazione di una trimestrale deludente. Le azioni della società attiva nel settore del beverage hanno perso quota anche oggi, in quanto il titolo non entrerà nell’indice globale MSCI (Morgan Stanley Capitale Index), dal quale usciranno invece sia Autogrill che Mediaset. Nei primi nove mesi dell’anno Campari ha registrato un utile pre-tasse in crescita appena dello 0,8% a 175,7 milioni di euro, mentre il giro d’affari è cresciuto del 4,8% a 931,6 milioni di euro.

L’ebitda prima di oneri e proventi non ricorrenti è salito del 2,5% a 238,4 milioni di euro. A pesare molto sull’andamento negativo del titolo in borsa negli ultimi giorni sono state anche le varie bocciature arrivate da broker internazionali e banche d’affari, che hanno limato il più delle volte sia il target price che il rating. In particolare due giorni fa le azioni Campari sono state bocciate sia da Société Générale sia da Barclays. La banca francese consiglia ora di vendere le azioni con target price a 5,5 euro, mentre la banca britannica ha tagliato il rating a “underperform” (farà peggio del mercato).

Il target sul titolo è stato abbassato anche da Nomura, Jp Morgan e da Deutsche Bank. Quest’ultima ritiene che il target sia 6 euro per azione. Dopo il crollo avvenuto in questi ultimi giorni, da inizio 2012 il titolo Campari guadagna ora solo poco più del 9%. Da un punto di vista tecnico il titolo è atterrato su una zona di supporto molto importante, per cui non è da escludere che possa esserci un rilancio dai valori correnti.

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