Il lusso di Hermes non conosce crisi: utile netto +49%

 Il settore del lusso è uno di quelli che meglio riescono a resistere a qualsiasi tipo di crisi: ne è una chiara testimonianza il caso di Hermes, compagnia francese attiva appunto nel campo della moda, la quale è capace di fare registrare solamente performance positive. Nello specifico, il brand transalpino ha conseguito un importante utile netto nel corso dei primi sei mesi del 2011, dato che questo dato è cresciuto di ben quarantanove punti percentuali rispetto allo stesso periodo di un anno fa: a conti fatti, Hermes ha ottenuto ben 291 milioni di euro, mentre nel 2010 questo stesso valore si era attestato poco al di sopra di 194 milioni, un rialzo davvero sorprendente, ma non troppo. In questo modo la società può tentare di raggiungere in tutta tranquillità gli obiettivi che si è prefissa per quest’anno.

Altre stime interessanti sono quelle relative all’utile operativo (+37,3%) e al margine operativo (+32%). C’è un motivo preciso per un simile successo? Senza dubbio possiamo rinvenire nella crescita in territorio americano e cinese la causa principale dei forti rialzi aziendali; il consolidamento nei mercati delle due prime economie internazionali è stato significativo e quindi le vendite totali non hanno potuto che beneficiarne. La fine del 2011 dovrebbe essere altrettanto foriera di liete novelle. In particolare, il fatturato dovrebbe crescere di altri quattordici punti percentuali, mentre il margine operativo potrebbe addirittura uguagliare il suo massimo storico.

Un altro elemento determinante per questo semestre così positivo è rappresentato da una plusvalenza: nello specifico, si tratta di quanto ottenuto per la vendita della partecipazione in Jean Paul Gaultier, operazione che ha fruttato oltre 29 milioni di euro. Ora si punterà tutto sugli investimenti e sull’aumento delle dimensioni nazionali e internazionali: sono previste, infatti, dieci nuove aperture di esercizi commerciali, sull’onda degli ottimi andamenti del titolo presso la Borsa di Parigi, i quali hanno influenzato perfino i marchi del nostro paese.

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