Grecia e creditori più vicini all’accordo

Le indicazioni che arrivano dai mercati sono, finalmente, molto positive. La Grecia e i creditori, dunque, sarebbero sul punto di raggiungere la tanto sospirata intesa per cancellare il debito.

Tuttavia, dall’Ue fanno sapere che le proposte di Atene sono buone ma ci vorrà altro tempo prima di decidere. Appuntamento, dunque, rinviato di qualche giorno.

C’è stato dunque un rallentamento dopo l’ottimismo iniziale; tuttavia le Borse europee continuano a trattare in netto rialzo: Milano guadagna il 2,1%, Parigi sale del 2,4%, Francoforte del 2,7% e Londra segue a +1,1%. Anche Atenepartecipa al rally con un guadagno del 4,3% e la spinta delle banche. Apertura positiva anche per Wall Street, con l’indice Dow Jones che sale dello 0,63% a 18.128,79 punti, lo S&P500 che avanza dello 0,66% a 2.123,84 punti e il Nasdaq che mostra un incremento dello 0,72% a 5.153,91 punti. Euforia simile per lo spread tra Btp e Bund tedeschi, in calo di una quindicina di punti base in area 135 punti, con il rendimento del decennale italiano al 2,19%, poco sopra quello dei Bonos spagnoli. Bene anche l’euro, che nonostante il rischio disgregazione si stabilizza in area 1,135 dollari.

Come detto in precedenza, l’umore dei mercati si misura tutto in base all’andamento delle trattative tra Grecia e Brussels Group, cioè i creditori internazionali di Ue, Bce e Fmi. A dire il vero, però, il dialogo si è spostato sul piano politico da quando è stato convocato, per la serata di oggi, un summit tra i leader Ue, che sarà preceduto da un Eurogruppo dei ministri finanziari. Domenica, il governo di Alexis Tsipras ha presentato delle proposte “definitive” di intervento fiscale e di riforma per sbloccare i 7,2 miliardi di aiuti internazionali prima della fine del mese, quando termina il prolungamento del piano di salvataggio prorogato a febbraio e soprattutto Atene deve rimborsare 1,6 miliardi al Fmi. Da parte di Bruxelles, l’ultima mossa greca è stata interpretata come una “buona base” per trattare, per dirla con il tweet del portavoce Martin Selmayr.