Settore auto nuovo crollo in Italia a novembre 2012

Il mercato automobilistico italiano resta in profonda crisi. A novembre è avvenuto un nuovo crollo delle immatricolazioni di auto del 20,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La Motorizzazione ha immatricolato 106.491 auto, mentre nel novembre 2011 furono immatricolate 133.284 auto. Il dato è decisamente peggiore delle attese, che si aspettano una nuova frenata ma ad un ritmo inferiore intorno al 10-15%. A ottobre il calo delle immatricolazioni di auto in Italia si era fermato ad una flessione del 12,06% a 117.322 autovetture.

Per quanto riguarda il gruppo Fiat, la società del Lingotto ha evidenziato un calo del 16,5% con 31.649 autovetture immatricolate. Nello stesso periodo del 2011 Fiat Group Automobiles aveva immatricolato 37.924 auto. Il gruppo automobilistico italiano ha fatto meglio del mercato ma resta il neo della flessione superiore al risultato di ottobre, quando era avvenuto un calo del 10,2%. La buona notizia per la società torinese è che, nonostante l’annus horribilis del settore auto, in Italia la quota di mercato è salita al 29,7% dal 28,4% di un anno fa. Ad ottobre la quota di mercato era del 29,14%.

A novembre il marchio Fiat ha fatto meglio del mercato, immatricolando più di 23.000 vetture per una quota di mercato in crescita dell’1,6% rispetto a dodici mesi fa al 21,8%. La Panda è stata l’auto più venduta a novembre con oltre 10mila unità immatricolate. Al secondo posto c’è la Punto con quasi 5.200 auto immatricolate. Ha fatto bene la 500, ma anche Freemont e 500L. Insieme la Panda e la 500 detengono più del 60% della quota del mercato delle city car.

Il mercato dell’auto in Italia è in costante flessione da settembre 2011. Da dicembre scorso il calo mensile è stato praticamente sempre a doppia cifra. A novembre c’è stato il dodicesimo calo mensile consecutivo, un risultato così negativo che non si vedeva ormai dal novembre del 1977. Secondo Jacques Bousquet, presidente dell’Unrae, le famiglie italiano comprano sempre meno auto a causa dei costi di gestione dell’auto (tasse, assicurazione, carburante, pedaggi), nonostante le favorevoli politiche commerciali messe in campo dalle case automobilistiche operanti sul territorio nazionale.

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