Fincantieri e Wass insieme per lo sviluppo dei sistemi subacquei. Una collaborazione questa che andrà a rafforzare i sottomarini U212 NFS della Marina militare italiana.
Fincantieri e il corteggiamento nei confronti di Wass
Questa unione d’intenti non è importante solo a livello tecnico per l’equipaggiamento italiano, ma lo è a livello finanziario. È possibile infatti sostenere, come ricorda Il Sole 24 ore, che la Wass abbia praticamente traslocato da Leonardo a Fincantieri. L’azienda non è altro che la divisione subacquea di Leonardo.
Un passaggio interessante, per il quale ci sono voluti anni, da una controllata statale a un’altra. Il prezzo finale di questa operazione supera tutte le indiscrezioni circolate negli ultimi mesi. Queste non superavano i 300 milioni di euro: l’operazione si è conclusa su un massimo di 415 milioni di euro.
Fincantieri completerà entro quest’anno l’aumento di capitale necessario per concludere l’affare. Si parla di un punto di partenza di 400 milioni che potrebbe arrivare a 500 milioni sfruttando l’esercizio di warrant per ulteriori 100 milioni in 36 mesi.
Il ruolo del Mef
Tecnicismi per sottolineare che l’unione tra Fincantieri e Wass avverrà senza troppi problemi. Soprattutto perché a finanziare l’operazione ci sarà una società pubblica come Cdp equity, controllata di Cassa depositi e prestiti. Già da sola questa coprirà la sua quota (71,3%) versando 287 milioni all’interno dell’aumento di capitale.
Leonardo lo scorso 9 maggio, ha reso noto di aver firmato un accordo vincolante con Fincantieri per la vendita della linea di business underwater armament system. La società cantieristica aveva interesse nei confronti della divisione subacquea di Leonardo già nel corso della gestione di Giuseppe Bono. L’interesse è continuato anche con l’arrivo di Pierroberto Folgiero nel corso del governo Draghi.
L’operazione è stata possibile anche per via del miglioramento delle relazioni tra le due aziende. Le quali un paio di mesi fa hanno firmato anche un accordo di collaborazione. “La cessione di Underwater armaments & Systems”, spiega Roberto Cingolani, “rientra nel piano di razionalizzazione del portafoglio di business di Leonardo. L’iniziativa”, continua l’ad di Leonardo, “dà ulteriore impulso alla collaborazione tra Leonardo e Fincantieri”.
Sicuramente questo accordo sarà in grado di soddisfare entrambi gli interlocutori. Ovviamente se tutto andrà bene sarà non solo giustificato ma ritenuto soddisfacente anche dal Ministero della finanza, che come azionista all’80% di Cassa depositi e prestiti si ritroverà a pagare buona parte dell’operazione.
Di certo a livello tecnico un investimento di questo tipo parla da solo. Soprattutto calcolando il livello di qualità degli interlocutori coinvolti. Dai quali non ci si aspetta altro che alta tecnologia e preparazione.