Fincantieri- STX: fusione nuovamente a rischio

La fusione tra Fincanteri e STX rischia ancora una volta di saltare.  Il tempo passa, le proroghe si accumulano, ma dell’accordo ancora non c’è ombra. Cosa si sta aspettando ancora? Domanda lecita.

Ancora ritardi nell’accordo di fusione

L’accordo per la fusione tra Fincantieri e i cantieri navali Chantiers de l’Atlantique (ex Stx), di cui è primo azionista lo Stato francese, tardano ancora a concludersi. Quando si dice che il tempo sta scadendo si commenta senza giri di parole la realtà dei fatti. Entro fine mese, infatti, Fincantieri dovrebbe siglare l’acquisizione per concludere una pratica attiva dal 2017.

Di certo le dimissioni di Conte non potevano arrivare in un momento peggiore per ciò che concerne questa trattativa, soprattutto se si pensa al fatto che anche la Commissione Europea, attraverso la vicepresidente Margrethe Vestager ha fatto intendere di volere una chiusura veloce. Ha infatti commentato la donna:

Abbiamo inviato ormai da tempo una serie di domande per valutare l’impatto della crisi legata al coronavirus sul mercato. Fino a quando non abbiamo le risposte non possiamo elaborare il caso.

A prescindere dal punto di vista che si vuole considerare è evidente che ormai da più di tre anni sia in ballo un tira e molla imbarazzante tra Francia e Italia. Subito dopo aver stabilito la cessione dei cantieri a luglio 2017, il governo francese ha deciso di non vendere più con l’arrivo di Emmanuel Macron nonostante Fincantieri avesse firmato l’accordo di compravendita per il 66,66% del capitale al prezzo di 79,5 milioni di euro.

Da lì sono state diverse le pause stabilite alle trattative, quasi sempre derivanti da perplessità francesi. Nel frattempo si è arrivati a un prezzo di compravendita di 59,7 milioni di euro e ad un’indagine europea sull’acquisizione richiesta da Germania e Francia che partita nel 2019 si è arenata a causa del coronavirus.

Fusione importante per l’Italia

La fusione tra i cantieri francesi e quelli italiani è importante per Fincantieri perché le consentirebbe di rafforzare il settore della cantieristica civile, importante per la filiera nautica italiana la quale potrebbe beneficiare delle risorse legate al Recovery Fund.

Insomma concludere, ancora oggi, sarebbe importante per Fincantieri e per il nostro paese. Come ha ricordato anche di recente il direttore di Ucina Marina Stella:

La cantieristica italiana è un settore di eccellenza con maestranze di elevato livello sul territorio nazionale. Questa crisi ci ha insegnato quanto sia importante produrre sul territorio. Siamo convinti che il governo saprà tenere in giusto conto questo aspetto nel momento in cui verrà decisa la distribuzione delle risorse per rilanciare il Paese.

E Fincantieri potrebbe essere lo strumento.