Recovery Fund, via libera UE a 500 miliardi di euro

Via libera al recovery fund da parte dell’Unione Europea: saranno messi a disposizione degli Stati membri circa 500 miliardi di euro attraverso un fondo che la Commissione Europea dovrà “mettere a punto“, incentrato sul bilancio 2021-2017 dell’UE che sarà utilizzabile per affrontare lo shock finanziario causato dalla pandemia di Coronavirus.

Pacchetto di aiuti da oltre 500 miliardi

Nonostante la BCE non abbia prodotto stime incoraggianti e vi sia incertezza generalizzata, i paesi dell’Unione hanno trovato un accordo e dato il mandato alla Commissione per creare un pacchetto finanziario che possa aiutare una ripresa il più possibile non sofferente per tutti. Addirittura la Germania ha fatto sapere di essere pronta a far crescere il suo contributo economico a favore dell’Unione Europea.

Insomma, quello di ieri si è rivelato essere un vertice “molto costruttivo“, utilizzando le parole del presidente del Consiglio Europeo Charles Michel: i vestisette stati hanno deciso inoltre di seguire le indicazioni dei ministri dell’Economia comunitari che prevedono anche l’uso del Mes, il meccanismo europeo di stabilità a condizioni leggere, la creazione e attivazione del Sure, lo strumento di finanziamento della cassa integrazione europea e l’utilizzo, per aiutare le imprese, della Banca Europea degli investimenti.

Quando sarà attivo il pacchetto di aiuti

Tornando al pacchetto stabilito, del valore di 540 miliardi di euro, dovrà essere disponibile entro il primo di giugno: questo significherà da parte delle istituzioni e degli Stati membri mettere in atto uno sforzo negoziale senza precedenti per far sì che tutti possano trovarsi d’accordo sui dettagli di qusta misura.  Per ciò che concerne il recovery fund, il Fondo per il rilancio economico Ursula von der Leyen ne ha anticipato alcune caratteristiche a grandi Linee.

Come ha spiegato il presidente della Commissione Europea verrà permesso alla stessa istituzione di prendere denaro in prestito sui mercati finanziari aumentando in questo modo la quota delle risorse nel bilancio comunitario fino ad arrivare al 2% dall’1,2% attuale. Non è stata data una cifra, ovviamente, ed è stato sottolineato che tutto dipenderà dal bilancio 2021-2027.

La messa a punto del pacchetto di certo metterà a confronto le diverse anime dell’Europa: per fare un esempio pratico Italia, Spagna e Francia pensano che questo strumento debba avere liquidità per 1000-1500 miliardi di euro e mettere a disposizione sovvenzioni mentre Svezia e Olanda vorrebbero prestiti e meno fondi a disposizione per questa tipologia di strumento. A sorprendere, nel corso dei colloqui è stata la Germania: conscia di ciò che significherebbe per l’intera Unione Europea il tracollo di una sola delle sue economie, ha fatto sapere per bocca della cancelliera Angela Merkel di essere pronta per “spirito di solidarietà” a versare “contributi molto più importanti al bilancio.

Passi in avanti quindi, per una vera unione degli Stati, anche se la strada del negoziato sarà impervia.