Intel, pronto investimento da 5 miliardi

Intel sarebbe pronta a mettere sul tavolo ben cinque miliardi di investimenti per quel che concerne l’Italia. Uno dei dossier industriali che il governo Draghi dovrebbe chiudere a breve e forse uno dei più interessanti di questi mesi.

Intel e il piano di investire in Europa

Un’occorrenza importante per quel che riguarda la politica industriale italiana perché facente parte di un settore che nei prossimi anni dovrebbe crescere in modo sostenuto. Entrando più nell specifico parliamo di un accordo con l’azienda americana per la costruzione di un impianto di stoccaggio e assemblaggio di chip. Componenti parte del ciclo di produzione di auto elettriche che verranno costruiti in Sassonia, anche essa coinvolta nei piani europei del marchio.

La verità è che Intel è intenzionata a essere più presente e forte in Europa e ha deciso di stanziare in totale 88 miliardi. Per quel che concerne l’Italia potrebbe rappresentare un ottimo punto di partenza da quel che è emerso. Dato che il paese potrebbe diventare co-investitore dell’azienda sfruttando una parte dei soldi già stanziati (4,15 miliardi) e attingere pro quota ai capitali messi a disposizione dall’Unione Europea. Fondi messi a disposizione proprio per far crescere l’Europa in questo specifico settore.

Il ministro Giancarlo Giorgetti voleva Intel come parte di un progetto italiano più ampio che lo ha portato a entrare in contatto con aziende specializzate taiwanesi come Tsmc e con Tower Semiconductor, azienda israeliana controllata da Intel che ha già investito 500 milioni di euro ad Agrate Brianza.

Punto di partenza per l’Italia

Non si deve pensare che all’Italia siano rimaste le briciole perché Intel per altre sue necessità ha scelto d’investire di più in Francia e in Germania, dove nel settore si è oggettivamente più avanti.  Per quel che riguarda l’investimento italiano, il Governo dovrebbe annunciare l’ufficialità dell’investimento entro fine agosto.

Esso riguarderebbe un impianto di alta tecnologia che darà lavoro a 1.500 persone coinvolgendone altre 5 mila nell’indotto. È importante sottolineare che questa sede sarà anche parte di un piano specifico europeo che punta a portare l’Unione Europea a ridurre le distanze con le grandi aziende del settore elettronico. Ovvero quelle taiwanesi e coreane. Alcuni grandi interlocutori orientali sono scettici che questo possa avvenire ma il loro scetticismo non è detto che debba corrispondere a verità.

L’Europa, Italia compresa, sembra essere considerata come preparata dal punto di vista del personale: uno dei motivi per i quali l’investimento ha ragione di esistere. Al momento manca solo la scelta dell’impianto e a essere in lizza sono una sede in Veneto e una in Piemonte.