Perché Unicredit ha deciso di ritirare la propria offerta su Banco Bpm? Era una mossa che era stata presa in considerazione ma che non era stata data assolutamente per scontata.
Unicredit decide di fermarsi
Soprattutto dopo la sentenza del Tar del Lazio e le parole della Commissione Europea riguardo che soprattutto per ciò inerente all’uso del Golden Power aveva “dato una mano” alla banca guidata da Andrea Orcel.
A ogni modo Unicredit ha deciso di ritirare la sua offerta pubblica di scambio su Banco Bpm. Un’operazione da circa 10 miliardi di euro, lanciata a novembre 2024, che prometteva una fusione dalle grandi ambizioni. Ma che si è bloccata, a quanto pare, sugli ostacoli delle condizioni poste dal governo
Richiamiamo i dati a nostra disposizione. La proposta di scambio azionario prevedeva circa 0,193 azioni di UniCredit per ogni azione di Banco Bpm, con un premio pari a solo lo 0,5% rispetto al prezzo di Borsa del novembre 2024. Il Consiglio di amministrazione di Banco Bpm la ha giudicata insoddisfacente. Sostenendo che non riflettesse né il reale valore del gruppo né un corretto premio per il controllo.
Tra gli elementi poco graditi anche l’assenza di informazioni su sinergie, piano congiunto e impatto sociale, come sottolineato più volte dall’ad Giuseppe Castagna
A “vincere” alla fine su Unicredit è stato il Golden Power applicato dal Governo. Il quale ha posto delle condizioni risultate esagerate per l’istituto di credito. Ricordiamo che tra di esse vi era anche il mantenimento del rapporto prestiti/depositi, l’uscita completa dalla Russia entro il 2026 e l’obbligo di preservare alcune attività sul territorio italiano.
Occasione mancata per consolidamento bancario?
La proroga ottenuta dalla Consob non è bastata a Unicredit per trovare una soluzione che mantenesse l’operazione in atto valida a livello di costo, soprattutto. È per questa ragione che a causa dell’incertezza normativa e dei tempi legali, Unicredit ha deciso di ritirare l’offerta ufficialmente.
L’ad Orcel ha ovviamente difeso la decisione affermando che la sua “responsabilità principale è agire nel migliore interesse di UniCredit e dei nostri azionisti” e che la continua incertezza dell’applicazione del Golden Power non avrebbe aiutato né Unicredit né Banco Bpm.
Banco Bpm dal canto suo ha sempre difeso la sua strategia di crescita autonoma, ribadendo di voler continuare da solo e tutelare i propri stakeholder. Secondo l’istituto di Orcel si è persa una ottima occasione per crescere a livello europeo.
Con tutto ciò che consegue sul tema del consolidamento bancario in Europa. Unicredit al momento è alle prese anche con resistenze governative in Germania per Commerzbank e in Spagna su BBVA‑Sabadell. Il risiko bancario italiano ha appena perso uno dei suoi più importanti protagonisti.