Blocco del crollo del fatturato della Gdo ed effetto degli 80 euro in busta paga

E’ ancora presto per valutare definitivamente la situazione, ma qual è il peso reale degli ottanta euro in busta paga? Ormai siamo in pieno periodo post-elettorale e secondo le rilevazioni Nielsen ci sono piccoli spiragli in una manciata di mesi ancora di piena crisi. Tuttavia, non è ancora il momento di tirare un sospiro di sollievo e ben poco sappiamo, del resto, dell’impatto che questa piccola novità a livello economico possa avere portato.

In ogni caso, inutile cercare oggi la stabilità politica. Nemmeno le urne sono state decisive in tal senso e questo è un periodo in cui non si possono che osservare gli effetti a lungo termine, di una strategia messa in atto da mesi: quella di piccole grandi riforme e quella del cercare di tamponare una situazione economica, che continua a fare acqua da tutte le parti.

Per quanto riguarda il bonus, ci vorrà ancora qualche giorno per valutare quale impatto possa avere avuto. Gli statali lo hanno incassato a partire dal 23 maggio, mentre dal 27 è stato distribuito ai dipendenti delle società private. Il processo si è arrestato a metà giugno circa, ma serve del tempo per capire finalmente quanto abbia realmente aiutato gli italiani a trascorrere qualche giorno con una minima serenità economica in più. I dati settimanali raccolti da Nielsen, comunque, non hanno risparmiato sorprese. I numeri raccolti parlano di risultati migliori al Centro e al Nord-Est. Le cose sono cambiate per il Nord-Ovest. Un tempo era la zona dello Stivale dove si viveva meglio, ma momentaneamente le cose stanno cambiando. Niente da fare per il Sud, invece, che resta bloccato in negativo. Il giro d’affari della Gdo (grande distribuzione organizzata) ha mostrato livelli chiari: il crollo è stato dello 0,25 per cento, con dati in rosso da inizio 2014. L’inversione di tendenza ci sarà? Per ora non lo sappiamo, ma ovviamente la speranza è l’ultima a morire. Se il crollo del fatturato è comunque sotto controllo ci sono regioni da tenere d’occhio, che rischiano di chiudere l’anno in negativo come Abruzzo, Molise, Campania, Calabria, Puglia, Basilicata e Sicilia.