Ibm prepara una maxi-fusione informatica col colosso Sun

 Sono ormai giunte ad una fase avanzata le trattative intraprese dalla Ibm per l’acquisto di Sun Microsystems: tale accordo permetterebbe alla società informatica statunitense di rafforzarsi anche nel settore dei server per internet, in modo da esercitare una forte concorrenza nei confronti dell’azienda rivale Cisco. L’annuncio dell’imminente fusione è giunto dal sito online del Wall Street Journal. Se l’operazione dovesse avere successo (si parla già della prossima settimana come termine ultimo per la conclusione), da parte di Ibm verrà stanziato un pagamento pari a 6,5 miliardi di dollari con un premio superiore al 100% rispetto al prezzo di chiusura della società di questa settimana. C’è comunque da sottolineare che in questo caso si tratterebbe di un’aggregazione non semplice, dato che le due società da sempre perseguono culture aziendali differenti: infatti, Ibm può essere considerata l’azienda che ha inventato l’informatica e da sempre tende ad assecondare le esigenze dei clienti in maniera formale, mentre Sun è nata nella Silicon Valley e deve il suo successo alla creatività degli ingegneri. Comunque, tutta l’operazione verrà ben accolta da Sun, la quale ha faticato non poco sul mercato negli ultimi anni e che si è concentrata prevalentemente sulle innovazioni del software (il titolo Sun è stato uno dei più colpiti dalla crisi finanziaria).

Caterpillar, Texas Instruments e Sun zavorrano gli indici USA. La Fed soccorre i fondi monetari

 Brutta seduta per il mercato americano: gli indici tornano a scendere con ribassi intorno al 3% a causa delle trimestrali deludenti. Tra i tecnologici si salva solo Apple, la società californiana produttrice dell’iPod ha infatti battuto le stime di ogni analista con profitti in aumento del 26%. Brutte notizie invece da Texas Instruments e Sun Microsystems, con quest’ultima che ha fatto registrare una trimestrale in perdita. Significativa poi la trimestrale di Caterpillar. Il primo produttore di ruspe al mondo ha registrato un utile sotto le attese, a quota 868 milioni di dollari ed in calo dai 927 milioni dell’anno scorso. In aumento del 13% i ricavi.