Bce e mutui, i rischi della stretta

La Bce si prepara a una stretta importante in materia di politica monetaria: quale effetto questa avrà sui mutui degli italiani? Scopriamolo insieme.

Cambiamenti importanti dalla politica monetaria

È importante premettere che il rialzo dei tassi che la Banca Centrale Europea opererà a breve e la fine del programma di quantitative easing sarà problematico un po’ per tutti e non solo per l’Italia. Certo, il nostro paese ha ancora bisogno di riforme strutturali la cui mancanza farà sentire il suo peso: questo non toglie che la politica della Bce avrà conseguenze in ogni campo per tutti. Qui nella penisola un settore da osservare con attenzione sarà quello dei mutui.

Per i mutui bisogna aspettarsi un effetto a cascata dalla stretta sul costo del denaro che la Bce eseguirà. Coloro che rischiano di più sono coloro che hanno contratto un mutuo a tasso variabile. Le rate di questo tipo di finanziamento saliranno infatti già dal mese di luglio, quando scatterà il primo rialzo di 0,25% e un ulteriore aumento verrà registrato a settembre, con il successivo ritocco ai tassi.

Non rischia nulla chi ha sottoscritto un mutuo a tasso fisso: avrà delle conseguenze chi intende richiederlo nei prossimi mesi. Già ora le offerte dei mutui sono risultate meno convenienti senza che la Bce facesse qualcosa. La situazione non potrà certo migliorare con i potenziali rialzi dell’Irs, l’indice di riferimento per questi prestiti, che dobbiamo aspettarci per i prossimi mesi.

Cosa succede ai mutui con la stretta della Bce

Parlando di mutui a tasso variabile va ricordato che bisogna considerare l’indice Euribor: quello a tre mesi è al momento pari a-0,30% ma bisogna calcolare che si avvicinerà molto all’1% entro la fine dell’anno e questo interverrà sulla rata in misura legata alla grandezza del finanziamento. Ovviamente per quel che concerne gli anni a seguire gli aumenti o le diminuzioni dovranno essere calcolate in base agli effetti di quella che sarà la politica monetaria intrapresa dalla Bce.

Per quel che concerne i tassi fissi, il TAN è già salito nel corso del 2021 proprio per le aspettative legate alla fine della politica monetaria espansiva della Bce. Motivazione per la quale è già complesso riuscire ad accendere un mutuo con un tasso al di sotto del 2,4%. Come gà anticipato infatti l’Irs a venti anni è già salito dato che a fine novembre 2021 era pari allo 0,34% ed ora è pari al 2,1%.

Conseguenze queste che era facile prevedere e che costringeranno i consumatori a dover fare i conti con maggiori spese nei prossimi mesi.