Capitalizzazione Borsa Italia a 327 miliardi di euro

 Secondo il primo numero del bollettino statistico della Consob pubblicato oggi, che riporta i dati della fine del primo semestre 2012, la capitalizzazione delle società quotate a Borsa Italiana è scesa a 327 miliardi di euro, corrispondenti al 21% del PIL. 

Il calo più marcato è stato registrato dalle società finanziarie, che alla fine del primo semestre contavano 81,7 miliardi di euro di capitalizzazione. A seguire le flessioni più significative si sono registrate nelle società industriali (159,8 miliardi di euro) e nelle aziende di servizi (85,6 miliardi di euro).

Tra le società a maggior capitalizzazione del listino italiano si confermano Eni (con 66,5 miliardi di euro), seguita da Enel (23,5 miliardi di euro) ed Intesa SanPaolo (17,5 miliardi di euro). Chiudono la lista delle più capitalizzate Unicredit e Generali Assicurazioni, rispettivamente con 16,4 e 16,3 miliardi di euro.

Attualmente il listino italiano cede terreno, con il FTSE-Mib che scende di quasi 1 punto percentuale andando a chiudere il gap-up di venerdì scorso, quando il mercato era balzato direttamente sopra a 16500 punti. Ansaldo STS e Mediobanca vanno controtendenza intanto, confermando rialzi superiori al 2% mentre la giornata entra nella fase di chiusura, con dall’altro lato del listino big come Banca Popolare dell’Emilia Romagna, STM, Mediaset, Mediolanum e Buzzi che cedono oltre il 2% del loro valore.

La negatività di oggi è solamente indicativa per il momento; non sussistono ancora le condizioni per poter parlare di un ribasso sistematico e l’ottava corrente potrebbe confermare invece il rialzo registrato durante le contrattazioni tra il 6 ed il 13 settembre scorsi.

Il lunedì per la Borsa Italian in questo caso è caratterizzato da movimenti “tecnici” che non pregiudicano i fondamentali; la grande positività dell’ottava conclusa ha cambiato le previsioni di medio termine, rivalutando gli scenari possibili e costringendo gli investitori a scartare, almeno momentaneamente, l’ipotesi di crolli verticali (che comunque troverebbero spazio sotto a 16250 punti di FTSE-Mib).

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