Investire in Cell Therapeutics

 Ottima performance, ieri, per Cell Therapeutics, la società operativa all’interno del settore delle biotecnologie, che in data 11 settembre ha annunciato il lancio, sul mercato del vecchio Continente, di un nuovo farmaco. Il nuovo prodotto, chiamato Pixuvri, è finalizzato a consentire un più efficace trattamento dei pazienti adulti affetti dal linfoma non Hodgkin. Una notizia accolta con molta euforia dalla Borsa, che ha premiato i titoli della Cell Therapeutics con un boom di volumi di scambio, che hanno trascinato al rialzo le quotazioni dell’azione quotata sui listini regolamentati.

Stando a quanto riferimento all’interno di una nota diffusa dalla società, infatti, nel corso dello scorso mese di maggio la Commissione europea ha concesso l’autorizzazione condizionata alla messa in commercio del medicinale. Dopo qualche mese è finalmente arrivato il momento dello sbarco al dettaglio del medicinale, che già da oggi è disponibile nelle farmacie di Svezia, Danimarca e Finlandia. Qualche settimana di attesa per la Germania, per l’Austria e per la Norvegia, dove il prodotto sarà commercializzato solamente ai primi del mese di ottobre.

In Italia il farmaco non dovrebbe essere disponibile prima della fine dell’anno. Nella prima parte del 2013, tuttavia, il prodotto potrebbe essere in vendita anche negli scaffali delle nostre farmacie. Per il momento, il farmaco non è stato approvato per la commercializzazione sul mercato statunitense, per il quale si attendono ancora novità, ma non nel brevissimo termine.

Commentando la messa in commercio, la società ricorda come nell’Unione Europea ogni anno vi siano circa 37 mila nuovi casi di pazienti affetti dal linfoma, che dovrebbero diventare – in gran parte – utenti del nuovo farmaco, con conseguente spinta delle vendite commerciali.

Poche ore dopo il lancio del nuovo farmaco e della comunicazione, le quotazioni di Cell Therapeutics hanno subito un incremento dell’11 per cento, con volumi di scambio che hanno consolidato livelli di oltre tre volte la media giornaliera, e passaggi di mano di partecipazioni pari al 2,7 per cento del capitale.

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