Nessuno scorporo rete Telecom Italia

 Lo scorporo della rete Telecom Italia potrebbe non esserci mai e la decisione dello stop definitivo a questo dossier potrebbe arrivare già nel consiglio di amministrazione del 6 dicembre prossimo. Ci sono diversi fattori che fanno pensare che alla fine il progetto di spin-off non avrà mai luogo. In primis le divergenze tra Telecom Italia e Cdp sulla valutazione della rete. Telecom Italia non si è mai smossa dalla stima di 15 miliardi di euro, mentre l’advisor Deutsche bank, che doveva fornire la stima da parte di Cdp entro fine ottobre, ha sospeso il giudizio.

Il progetto sembra essersi incamminato su un binario morto, anche perché le divergenze tra Cassa e la società guidata da Franco Bernabè sono piuttosto rilevanti anche sulla governance. Infatti, Cassa Depositi e Prestiti avrebbe dovuto rilevare una quota del 30% dal Fondo Strategico Italiano (Fsi), mentre la magggioranza sarebbe rimasta in ogni caso nelle mani di Telecom Italia, che di certo non ha alcuna intenzione di privarsi dell’asset più importante a garanzia del suo elevato debito che sfiora i 40 miliardi di euro.

Il board della newco avrebbe dovuto essere indipendente per ottenere i benefici regolamentari e la Cdp indicare il nome del nuovo amministratore delegato (già si parlava con insistenza di Vito Gamberale). Ma anche su questo punto non è mai stata trovata un’intesa. Insomma, sono troppe le divergenze tra i protagonisti della trattativa sia sulla valutazione dell’infrastruttura in rame sia sulla governance. Se il piano di scorporo dovesse arenarsi definitivamente, i capitali che Cdp voleva investire nella fibra ottica non arriveranno più anche se Cassa potrebbe valutare l’idea di investire direttamente in Telecom Italia.

Intanto, per ciò che concerne l’offerta di Sawiris su Telecom Italia, attraverso l’immissione di denaro fresco con aumento di capitale, ormai è chiara la posizione di Telefonica, Generali e Mediobanca (inizialmente neutrale) – i principali azionisti di Telco – che non ne vogliono sapere di far entrare nel capitale della società l’uomo d’affari egiziano, dietro il quale si pensa possa esserci il magnate messicano delle tlc Carlos Slim Helu (che è anche l’uomo più ricco del pianeta).

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