Rcs prende tempo per l’aumento di capitale

 Rcs MediaGroup, protagonista di uno dei più spettacolari e veloci rally di borsa degli ultimi anni, preferisce aspettare ancora prima di decidere se procedere o meno con un aumento di capitale. Il rebus del riassetto del gruppo non verrà risolto con l’assemblea del 16 ottobre. Non sono ancora chiari i tempi e le modalità di intervento, ma di certo gli azionisti saranno chiamati a dare un apporto solo quando sarà pronto il nuovo piano industriale, sul quale l’amministratore delegato Pietro Scott Jovane sta lavorando già da due mesi.

Il piano industriale non sarà pronto prima dell’assemblea di ottobre, come ha già ricordato di recente il presidente Angelo Provasoli. Considerando i tempi tecnici e gli aspetti legali, la scadenza alle decisioni per la diminuzione del capitale o per l’aumento va presa con la chiusura del bilancio. Quindi, si deciderà definitivamente se procedere con l’aumento o con soluzioni alternative solo entro dicembre prossimo. L’assemblea di ottobre dovrebbe così limitarsi a prendere tempo.

Intanto, in borsa l’interesse sul titolo si è decisamente sgonfiato. Dopo il balzo di due giorni fa del 17,5% circa, ieri le azioni Rcs hanno chiuso in ribasso del 2,3% a 1,485 euro dopo che nell’intraday era avvenuto un balzo superiore all’11%. La volatilità sul titolo Rcs resta su livelli altissimi, ma l’attività giornaliera di day-trader e altri investitori professionisti sta mano a mano diminuendo. Considerando l’attuale livello della volatilità di brevissimo periodo, è impossibile fare previsioni sull’andamento di Rcs in borsa per i prossimi giorni.

Ritornando all’ipotesi aumento di capitale, non è detto che alla fine il gruppo editoriale non possa intraprendere strade alternative. Si parla da tempo dell’emissione di un bond convertibile a rate, ma anche di dismissioni di asset non strategici. Mediobanca, invece, consiglia la “cristallizzazione del valore” dell’edificio di via Solferino dove ha sede Il Corriere della Sera (valore intorno ai 200 milioni), la vendita del 40% della spagnola Unidad Editorial (incasso di 170 milioni) e quella di Dada.

Lascia un commento