Titolo Fiat da vendere secondo Deutsche Bank

 Continua il momento negativo per il titolo Fiat che, oltre a subire una pesante bocciatura da Deutsche Bank, deve fare i conti con un ribasso vicino al 2%. La quotazione del titolo è attualmente 3,686 euro, ma è stato toccato un minimo intraday a 3,662 euro. Ieri, invece, le azioni della casa automobilistica torinese avevano chiuso con un rialzo del 3% circa. Dopo la presentazione dei conti del terzo trimestre, il titolo è stato bocciato da numerosi broker e banche d’affari.

Tra le bocciature più recenti troviamo quella di Goldman Sachs, che dopo tanto tempo ha voltato le spalle a Fiat togliendo il titolo dalla propria convinction buy list, tagliando il rating a “neutral” da buy” e il target price a 4,7 euro da 7,7 euro. Oggi è toccato a Deutsche Bank mostrare la mano pesante sulle azioni del Lingotto. Il colosso bancario tedesco ha deciso di abbassare la propria raccomnandazione a “sell” (vendere le azioni) da “hold” (tenere le azioni in portafoglio) con prezzo obiettivo a 3 euro.

Secondo gli esperti di Deutsche Bank, il titolo attualmente ha una quotazione eccessivamente elevata rispetto al suo fair value. La banca tedesca considera il titolo sopravvalutato del 23% rispetto ai prezzi correnti espressi alla borsa di Milano. Non basta, dunque, il piano UE per l’auto – denominato “Cars 2020” – per rilanciare il titolo Fiat. Il gruppo automobilistico italiano ha una quota di mercato del 7% in Europa e potrebbe accedere al 10-20% delle risorse messo in campo dall’Unione europea, nell’ordine dei 2 miliardi di euro per progetti ecosostenbili.

Deutsche Bank ha effettuato il downgrade a causa dei timori sul cash flow e per i rischi di esecuzione del nuovo piano industriale, troppo improntato sulle auto di fascia medio-alta. Gli esperti della banca tedesca non vedono di buon occhio l’aumento del capex per i prossimi anni, che potrebbe portare Fiat a bruciare ancora cassa ad un ritmo di 1-2 miliardi di euro per i prossimi due anni. Due giorni fa il titolo Fiat aveva toccato il minimo più basso da fine giugno scorso a 3,616 euro.

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