Ubi Banca taglia costi per 115 milioni di euro

 Il settore bancario italiano è in fermento. Sono tanti gli istituti di credito che hanno dovuto ricapitalizzare e/o rafforzare i coefficienti patrimoniali a causa della crisi del debito europeo, ma si sta procedendo anche per la strada della riorganizzazione interna. L’obiettivo delle principali banche italiane è puntare su una maggiore efficienza e al tempo stesso tagliare i costi. In scia a questo trend, Ubi Banca ha annunciato di voler rivedere la propria struttura organizzativa per arrivare a un sensibile risparmio di costi.

Il gruppo bancario guidato dall’amministratore delegato Victor Massiah ha intenzione di procedere con una semplificazione delle attività del gruppo, attraverso lo snellimento della rete di filiali e la riduzione degli organici. L’impatto stimato per queste misure di semplificazione è pari a un risparmio di costi per 115 milioni di euro ogni anno a partire dal 2014, ma almeno 70 milioni di euro saranno a regime già nel 2013 considerando minori spese amministrative e costo del personale.

E’ stata anche decisa la revisione della dimensione della rete di filiali, che subirà una decisa riduzione con la vendita di 44 sportelli e la trasformazione di 78 sportelli in “mini-sportelli”. Inoltre, si procederà con interventi di razionalizzazione e semplificazione della struttura interna delle Banche Rete, della capogruppo Ubi e di Ubi sistemi e servizi. Per quanto riguarda, invece, la riduzione degli organici, si stima un taglio di circa 1.500 dipendenti. Il piano di risparmi riguarda anche i vertici aziendali.

I costi complessivi della governance saranno ridotti di almeno il 20%, in particolare attraverso la riduzione del numero e degli emolumenti dei membri degli organi societari. Ubi Banca effettuerà anche la revisione del modello di servizio dedicato alla clientela private e corporate, creando 46 punti operativi di presidio unico della clientela di nuova costituzione. Ieri le azioni Ubi Banca hanno chiuso alla borsa di Milano con un rialzo dello 0,27% a 2,22 euro. Da inizio mese la perdita in borsa supera il 16%.

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