Risarcimenti Ipo Facebook

 La Sec (Securities and Exchange Commission, una sorta di Consob americana) ha annunciato di aver approvato il piano di compensazione da 62 milioni di dollari proposto dal gruppo Nasdaq OMX alle società che hanno subito perdite in occasione dell’Ipo di Facebook, avvenuta lo scorso maggio. Nella nota, Nasdaq ha annunciato il via libera al piano da parte della Sec: pertanto, le società che hanno subito danni durante l’offerta pubblica iniziale delle azioni Facebook potranno avere una settimana di tempo per poter presentare la domanda di risarcimento.

Stando alle prime stime, gli operatori sul mercato retail, incluse le divisioni di UBS, Citigroup, Knight Capital e Citadel, avrebbero già reso noto di aver perso complessivamente fino a 500 milioni di dollari a causa dei problemi tecnici durante l’Ipo. Difficile tuttavia comprendere quale sia il pregiudizio complessivo sofferto dagli operatori, considerato che qualcuno ambisce a un risarcimento totale, e qualcuno ha invece stimato risarcimenti più contenuti.

La pronuncia da parte della Sec è dottrinalmente molto interessante, visto e considerato che il nodo sul quale la commissione ha dovuto pronunciarsi era piuttosto complesso: “si trattava di capire fino a quale limite si potesse ritenere responsabile una società di gestione di un mercato azionario per i problemi tecnici che si verificano in un contesto in cui predominano gli scambi automatici ad alta velocità” – ricordava Reuters – “Non è al momento chiaro se qualche operatore intraprenderà azioni legali per tentare di recuperare l’intera perdita subita” (qui le ultime news sul fatturato trimestrale Facebook).

Dal canto suo, Nasdaq, la società di gestione del mercato regolamentato, ha ricordato che per i problemi che intervengono durante lo svolgimento delle sue mansioni regolamentari (come appunto la gestione dell’offerta pubblica iniziale) i risarcimenti sono limitati a 3 milioni al mese e, pertanto, non sarebbe obbligato a compensare le società per le loro perdite. Ne consegue che, secondo Nasdaq, il piano di compensazione è volontario.

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