Dow Chemical, Warren Buffet e fondo sovrano del Kuwait acquistano Rohm&Haas

Dow Chemical è una multinazionale americana con sede a Midland, Michigan. Dal 2007 è il secondo più grande produttore chimico nel mondo, dopo la BASF. La compagnia fornisce materie plastiche, prodotti chimici, prodotti agricoli e la sua presenza si può contare in 175 paesi con l’impiego di 46000 persone in tutto il mondo. Spende più di $ 1 miliardi annui di spesa in R & S. La società ha venduto inizialmente solo candeggina e bromuro di potassio, oggi Dow è il maggior produttore mondiale di materie plastiche, tra cui polistirolo, poliuretani, polietilene, polipropilene, e gomme sintetiche.

IL Miracolo Yoox: quotazione entro il 2009

In un mercato finanziario difficilissimo come quello attuale fa sicuramente notizia una società che punta alla quotazione, come è il caso di Yoox, la società emiliana di vendita di abiti on line, nata nel 2000 più come una scommessa che altro del suo fondatore Federico Marchetti è arrivata invece a fatturare oltre 90 milioni di euro nel 2007.

La crescita di questa piccola azienda italiana nata sulle colline ravennate che ha ritmi del 30% 40% all’anno può davvero essere definito l’ennesimo piccolo miracolo italiano sopratutto se si considera quanto scetticismo ancora contraddistingua, soprattutto nel nostro paese l’e-commerce, in particolare poi se si parla di abbigliamento.

Per tanti marchi questo è il momento giusto per andare sul web, non sono in ritardo perchè prima si poteva fare solo un catalogo on-line mentre ora con le nuove tecnologie, prima di tutte la banda larga, si può fare un vero e proprio negozio on-line con un totale rispetto del brand.

dice Marchetti che convinto afferma anche che

il fatto di toccare con mano la merce solo in negozio è un luogo comune, se quello che hai ordinato non ti piace, lo restituisci e hai tutta la tranquillità di provare il capo a casa tua, magari con il consiglio del partner.

British Airways, American Airlines e Iberia: l’unione fa la forza

Secondo anticipazioni di ieri del Financial Times, British Airways, American Airlines e Iberia hanno deciso di costituire una grossa alleanza, un’imponente joint venture (è un accordo di collaborazione con cui due o più imprese collaborano a un progetto industriale, rimanendo indipendenti giuridicamente e suddividendo equamente i rischi dell’investimento) per contrastare nel miglior modo possibile i rincari del carburante e il rallentamento dell’economia. Sempre secondo il Financial Times le tre grandi compagnie hanno già chiesto il via libera dell’autorità antitrust per la loro alleanza.

Tale joint venture andrebbe quindi a coprire tre mercati fondamentali come quello dell’Europa, degli Stati Uniti e dell’ America Latina e verrebbe a costituire la forza principale delle rotte transatlantiche. I fattori principali che hanno spinto le tre compagnie ad allearsi sono stati sicuramente l’aumento dei costi, ma soprattutto l’accordo sui “cieli aperti” (o Open Skies), trattato firmato congiuntamente da Stati Uniti e Europa lo scorso 30 marzo, il quale ha liberalizzato il traffico aereo tra le due sponde dell’Atlantico (in questo modo le compagnie europee possono trasportare passeggeri da e verso qualsiasi destinazione in America e in Europa).