Fusione American Airlines e Us Airways

 American Airlines e Us Airways hanno annunciato ulteriori dettagli sulla fusione delle rispettive compagini, che porterà alla creazione di un big player nel comparto dei trasporti. Tra i più importanti elementi di riflessione, il fatto che la nuova compagnia aerea manterrà il quartier generale nel Texas, e sarà condotta dall’attuale amministratore delegato della American Airlines, Tom Horton, il quale conserverà la stessa carica anche nella nuova società.

Licenziamenti in vista per American Airlines

 Licenziamenti per ben 13mila dipendenti, un calo sostanzioso per quel che riguarda il numero dei voli e delle tratte, modifiche importanti ai contratti posti in essere con i fornitori e leasing degli aerei: sono questi i punti salienti su cui intende focalizzarsi Amr Corporation, la compagnia texana che controlla di fatto uno dei colossi più importanti dei cieli, la American Airlines. L’intento di tutte queste misure così drastiche è facilmente intuibile, visto che si vogliono ottenere dei risparmi aziendali per ben due miliardi di dollari; tra l’altro, il lungo elenco di voci che è stato appena menzionato fa parte integrante di un più vasto piano di ristrutturazione del debito che è stato posto in essere dalla stessa società americana (quest’ultima si trova in amministrazione controllata da alcuni mesi).

British Airways, American Airlines e Iberia: l’unione fa la forza

Secondo anticipazioni di ieri del Financial Times, British Airways, American Airlines e Iberia hanno deciso di costituire una grossa alleanza, un’imponente joint venture (è un accordo di collaborazione con cui due o più imprese collaborano a un progetto industriale, rimanendo indipendenti giuridicamente e suddividendo equamente i rischi dell’investimento) per contrastare nel miglior modo possibile i rincari del carburante e il rallentamento dell’economia. Sempre secondo il Financial Times le tre grandi compagnie hanno già chiesto il via libera dell’autorità antitrust per la loro alleanza.

Tale joint venture andrebbe quindi a coprire tre mercati fondamentali come quello dell’Europa, degli Stati Uniti e dell’ America Latina e verrebbe a costituire la forza principale delle rotte transatlantiche. I fattori principali che hanno spinto le tre compagnie ad allearsi sono stati sicuramente l’aumento dei costi, ma soprattutto l’accordo sui “cieli aperti” (o Open Skies), trattato firmato congiuntamente da Stati Uniti e Europa lo scorso 30 marzo, il quale ha liberalizzato il traffico aereo tra le due sponde dell’Atlantico (in questo modo le compagnie europee possono trasportare passeggeri da e verso qualsiasi destinazione in America e in Europa).

La crisi delle compagnie aeree: in Usa ne sono fallite altre quattro

Sappiamo tutti come stanno le cose per Alitalia, vi abbiamo informato anche sulle difficoltà finanziarie di Ryanair. Ebbene anche in Usa le compagnie aeree faticano e non poco: nel giro di poco tempo ne sono fallite tre, Skybus Airlines, Aloha Airlines e ATA Airlines.

La prima in ordine cronologico è stata la Aloha Airlines, una compagnia hawaiana, che ha dichiarato bancarotta ed il 31 marzo ha sospeso i propri voli. Per continuare a volare avrebbero avuto bisogno di un compratore, ma nessuno si è fatto avanti. Nella compagnia lavoravano circa 18 mila dipendenti adesso tutti mandati a casa. A mettere in difficoltà la compagnia aerea la concorrenza delle compagnie low cost, la crisi dell’economia americana ed il prezzo del carburante.

Poco dopo è toccato ad Ata Airlines: la compagnia di Indianapolis ha sospeso tutti i voli e la causa, almeno secondo quanto riferiscono, sarebbe la perdita di un contratto per il trasporto charter di personale militare.