Robin Hood Tax o bufala?

Si attendeva solo che si concretizzasse quanto previsto dalla Robin Hood Tax. In realtà qualcuno comincia ad affermare che si tratti solo di una bufala:

Rischia di pesare troppo su un singolo settore di impresa e di avere effetti negativi per i consumatori.

L’allarme è lanciato da Tullio Lazzaro, presidente della Corte dei Conti, durante l’audizione alle commissioni congiunte Bilancio e Finanze di Camera e Senato su Dpef. Il presidente riconosce il valore degli obiettivi della Robin Tax ma mette in guardia dai rischi.

Da una parte il criterio di tassazione solo di alcuni settori potrebbe rivelarsi un modo per colpire uno specifico segmento imprenditoriale. In sostanza Lazzaro dice che le maggiori tasse per aziende petrolifere, assicurazioni e banche di gas che in questi anni hanno goduto di maggiori incassi, assomiglia troppo a una “punizione” per un solo settore. A questo punto le aziende tassate sarebbero tentate di aumentare i prezzi ed ecco che il peso della Robin Hood Tax ricadrebbe, ancora una volta, sul povero consumatore.


Il presidente della Corte dei Conti continua:

Esiste il concreto rischio che la finalizzazione sociale della Robin Tax possa risultare molto limitata.

Nel senso che nelle tasche dei cittadini potrebbe andare alla fine poco o nulla. In effetti gli aggravi fiscali potrebbero tradursi in aumenti per i consumatori.

Tremonti risponde:

Se banche, assicurazioni e imprese energetiche dovessero scaricare sui consumatori gli oneri della Robin Hood tax il governo interverrebbe aumentando ulteriormente la tassazione. Escludo fatti di traslazione. Se ci fossero aumenterebbe la tassazione per scoraggiare la traslazione.

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