Alcatel: riduce le perdite ma taglia i posti di lavoro

 Il Ceo di Alcatel-Lucent, Ben Verwaayen, ha smentito i rumors che davano per imminente la cessione delle attività legate alla telefonia mobile. Difati alcuni giorni fa, alcuni osservatori avevano dato quasi certa la possibilità che il gruppo franco americano potesse decidere di uscire dal mercato delle infrastrutture per la telefonia mobile per ridurre i costi e tutelare la propria redditività.

Quasi immediata la smentita del ceo che afferma anche che i problemi del gruppo non sono di così grande rilevanza:

Il gruppo gode di una solida posizione finanziaria, è perfettamente in grado di rispondere ai requisiti del mercato per la tecnologia dei telefonini di quarta generazione, proprio perchè anche in un contesto difficile ha continuato a investire in ricerca e sviluppo.

Nell’ultimo trimestre Alcatel-Lucent ha infatti ridotto fortemente le perdite, portandole a 40 milioni di euro, rispetto al rosso di 345 milioni dell’anno precedente, e ha confermato gli obiettivi per il 2008, tra cui quello di un margine operativo lordo tra il 2% e il 5% del fatturato. Per il 2008 però, il gruppo franco-americano si mantiene prudente, in ragione del rallentamento macroeconomico.

La situazione però proprio a causa della crisi non è così rosea: Alcatel-Lucent tagliera’ mille posti tra i propri quadri e ridurrà di 5mila unita’ il numero dei sotto-fornitori nell’ambito del nuovo piano strategico annunciato ieri. Il gruppo intende risparmiare nella prima parte del 2009 per risorse complessive di 750 milioni di euro, derivanti per un terzo dalla riduzione dei costi di produzione e per i restanti due terzi dal contenimento delle spese di ricerca e sviluppo e degli oneri amministrativi e commerciali.

La compagnia franco-americana, mostra al Nyse una discesa di oltre l’11% a 2,14 dollari ad azione, in scia ad un outlook giudicato un po’ deludente. Le stime per il 2009 sono apparse troppo pessimistiche, nonostante la società abbia, come sopra, annunciato che intende ridurre il break-even point di 1 mld di euro all’anno sin dal prossimo anno.

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