Dall’Apec un messaggio chiaro: necessarie misure di libero scambio

 Il summit dell’Apec (Asia-Pacific Economic Cooperation) che si è appena concluso nella città giapponese di Yokohama ha voluto lanciare un chiaro segnale al mondo economico: l’organismo sorto nel 1989 ha infatti richiesto di trasformare finalmente in qualcosa di concreto la proposta di un’area di libero scambio, in relazione ai paesi che compongono tale cooperazione (tra di essi sono ricompresi anche Brunei, Thailandia e Vietnam). C’è già un documento che è stato sottoscritto da tutti e ventuno i rappresentanti delle nazioni intervenute al vertice nipponico; anche gli Stati Uniti e la Cina, le prime due economie al mondo, hanno fornito il loro prezioso contributo. La priorità assoluta, dunque, rimane quella dell’adozione di tutte le misure necessarie per creare una vasta zona nella regione per il libero scambio, alla luce dei rapporti meno tesi tra la stessa Cina e il Giappone riguardo alle isole Senkaku, amministrate da Tokyo, ma reclamate da sempre da Pechino.

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