Lapo alla conquista dei mercati esteri, mangiando pasta napoletana

La parola d’ordine è “internazionalizzazione”. Una parola che può anche essere tradotta con il termine “futuro”, in particolar modo sotto il profilo economico. Lo sa bene Lapo Elkann. Il proprietario del brand Italian Indipendent, ha un obiettivo: esportare i suoi occhiali fuori dai confini nazionali. Per riuscirci ha coinvolto nella missione Andrea Tessitore, CEO dell’azienda.

Piccole e grandi aziende cercano strategie, naturalmente diverse tra loro e applicate in base al proprio settore di riferimento, per “internazionalizzare”. Così, il brand guidato da Elkann ha stretto una partnership con Adidas. Punta su un fatturato che cresce, osserva fuori dalla finestra i mercati stranieri. In primis quello americano. Andrea Tessitore, CEO dell’azienda, ha le idee chiare: quest’anno vuole rinvigorire il brand building, proponendo di concerto un prodotto capace di soddisfare i gusti del consumatore. Sulla mappa vanno aggiunte anche altre bandierine, come se fosse un ‘Risiko’. Una di queste è il Texas, area ancora da conquistare per il team.

C’è chi invece parte dallo stesso input ma ha mete differenti: le Distillerie Branca, ad esempio, puntano a Centro e Sud Africa, Giappone, Cina; lo fanno con carisma e lucidità, forti dei risultati ottenuti in Australia, Svizzera, Regno Unito, Nord America e Nord Europa.

Se la parola chiave è “internazionalizzazione” e se di mezzo c’è il Made in Italy, la tradizione insegna che occorre la qualità. Di qualità e tradizione ne capiscono molto i piccoli pastifici artigianali napoletani, i cui prodotti sono sinonimo di cura, amore per le proprie opere, voglia di far assaggiare il meglio al cliente. Italiano o estero non fa alcuna differenza. Le materie prime utilizzate, in questo caso la miglior pasta italiana selezionata dagli chef nei propri ristoranti (non solo italiani), sono una garanzia.

Così all’estero, oltre ai grandi brand nostrani della pasta, vogliono andarci per l’appunto anche i piccoli pastifici, che volano in diverse zone del mondo per presentare le loro primizie: sempre più scelte dai ristoranti, soprattutto quelli stellati che da sempre mirano intendono proporre piatti di altissimo livello. Sarà campanilismo, ma è impossibile riuscirci senza utilizzare la miglior pasta italiana.L’internazionalizzazione delle aziende, grandi o piccole che siano, rappresenta un aspetto su cui tutte investono. Le motivazioni, facilmente intuibili, sono due: far conoscere i propri prodotti, arrivare al raggiungimento di ricavi annuali che purtroppo, nel nostro Paese, non sono ‘a portata di mano’.

Articolo scritto in collaborazione con BPERestero, portale che aiuta le aziende in tutte le fasi di internazionalizzazione, grazie alle conoscenze specifiche degli esperti BPER.