I dubbi che aleggiano sul collocamento di Saras mettono ancora più nervosismo alla borsa

 Fa veramente impressione leggere le ultime indiscrezioni uscite sulle indagini effettuate nei confronti dei fratelli Moratti, a proposito del collocamento in Borsa della Saras, le cui azioni emesse in collocamento a 6 euro hanno perso solo il primo giorno il 10% e ad oggi hanno perso quasi il 50% del loro valore. Si spera ardentemente che la procura faccia luce sulla vicenda e scagioni i due fratelli Moratti, sulla cui signorilità si sono consumati da tempo fiumi di inchiostro. Ma certo è che a cominciare dai casi Parmalat, Cirio per finire ai bond argentini e agli ingressi in Borsa di società che poi falliscono o quelle che escono dal listino dopo un anno o due dal collocamento stesso, rendono questo paese sempre meno credibile dal punto di vista economico e finanziario e la nostra Borsa un posto poco raccomandabile per grandi investitori istituzionali esteri, come per esempio i grandi fondi sovrani che fino a questo momento sono stati fuori da Piazza Affari, puntando perfino sulla piccola Borsa di Madrid.

Ma la particolarità di questa vicenda della società petrolifera dei fratelli Moratti è che probabilmente la eccessiva valutazione, per alcuni assolutamente fuori mercato della società, preparata sembra con la compiacenza delle solite banche d’affari, (che nessuno pensiamo davvero potrà rimpiangere) e senza che la Consob ed altri organi di vigilanza avessero nulla da obiettare, è stata fatta, fra le altre cose, per permettere al sig. Moratti Massimo di fare fronte ai grossi debiti fatti per mantenere in alto la gloriosa squadra dell’Inter. In poche parole gli azionisti della Saras avrebbero, il condizionale lo ripetiamo è d’obbligo, contribuito a foraggiare i megastipendi delle centinaia di giocatori che con alterne fortune si sono susseguiti nelle file della squadra nerazzurra in questi ultimi dieci anni. Perché le plusvalenze ottenute dai due fratelli sarebbero state usate in parte proprio per ripianare i debiti della folle gestione del club di via Durini. Quello che è certo è che notizie come queste, che ovviamente hanno ricevuto una pronta smentita dai vertici societari, non fanno altro che aumentare il nervosismo e la mancanza di fiducia verso gli operatori dei mercati, che appaiono purtroppo sempre meno regolamentati.

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