Silicon Valley Bank non è la Lehman Brothers

Il fallimento della Silicon Valley Bank sta portando non pochi problemi all’economia globale. I mercati sembrano, in particolare, vivere molto male ciò che sta succedendo.

Il fallimento della Silicon Valley Bank

Nonostante non sia niente di paragonabile, almeno per il momento, s quello che è successo con i mutui subprime tra il 2007 e il 2008.

Eppure diversi soggetti continuano a citare Lehman Brothers come caso affine. Questo non è corretto, soprattutto se si pensa che la Silicon Valley Bank è stata in pratica salvata dal fondo interbancario americano. E anche perché la problematica alla base della bancarotta è totalmente differente. Lehman Brothers aveva investito senza contenersi su dei titoli derivati complessi che avevano un valore molto lontano da quello indicato a bilancio.

La Silicon Valley Bank invece si è trovato ad affrontare un periodo particolare come quello della pandemia, potendo contare su una liquidità che è andata scemando man mano che i tassi si sono alzati. Portando l’istituto a non essere in grado di rifondare allo stesso momento tutti gli investitori che hanno deciso di riprendere in mano i propri soldi.

In poche parole la Silicon Valley Bank non si è trovata nei guai perché ha compiuto delle mosse speculative o basato il suo agire su crediti ad alto rischio. Assurdamente i problemi sono nati perché è stata troppo prudente. L’essersi cautelata attraverso l’acquisto di titoli di Stato con l’aumento dei tassi di interesse voluto dalla Fed si è rivelato un boomerang. Scendendo il valore delle obbligazioni governative è scesa anche la sua liquidità.

Le borse hanno paura

Il problema è che in questo caso, pari a ciò che è successo per quanto riguarda i mutui subprime, le borse hanno paura. E questo dipende anche dal fatto che anche la Silicon Valley Bank si era rafforzata particolarmente in un momento in cui i tassi erano praticamente a zero. E l’attuale politica monetaria, volta a essere il più stringente possibile per combattere l’inflazione, rischia davvero di fare tantissimi danni.

C’è chi pensa che se le borse continueranno a perdere sulla scia di questo fallimento le banche centrali potrebbero rivedere il loro percorso di stretta. Fattore che potrebbe portare a non riuscire a gestire l’inflazione come necessario. Si tratta di una situazione molto complessa che porterà i governi nel mondo a parlare di spesa e di politica monetaria in modo decisamente più prudente, rispetto a quello che è avvenuto negli ultimi mesi.

L’ennesima gatta da pelare in una situazione globale economica che ancora risente degli stop vissuti durante la pandemia e delle pressioni geopolitiche derivanti dal conflitto russo in Ucraina.