Stellantis pronta a chiudere fabbriche anche in Italia? È questo ciò che si evince dal discorso tenuto dal responsabile per l’Europa Jean Philippe Imparato. Soprattutto dopo l’avvenuta descrizione della situazione attuale del settore automotive.
Stellantis e la sua posizione
È inutile girare intorno al problema principale: il governo da Stellantis si aspetta un determinato comportamento. L’azienda, al momento, nonostante le promesse del passato, non sembra essere così ottimista quanto l’esecutivo. E sottolinea come sia necessario evitare il dramma industriale che potrebbe esplodere alla fine del 2025.
Di che cosa si tratta? Del Green Deal e delle possibili multe che le case automobilistiche potrebbero trovarsi a pagare se non raggiungessero le giuste quote di elettrico. E ancora, il prezzo dell’energia in Italia. Da un punto di vista esterno è un cane che si morde la coda: se gli italiani si trovano a rischio a livello occupazionale, con quali fondi acquistano nuove macchine, anche elettriche?
Il problema è che la soluzione, secondo l’esperto di Stellantis, nel caso non dovesse cambiare la situazione, rimarrebbe la chiusura delle fabbriche. Potrebbe trattarsi, però, di una spinta nei confronti del governo per ottenere l’abbattimento di alcuni costi e aumentare la competitività.
Soprattutto se pensiamo al costo dell’energia elettrica: rispetto agli altri Paesi europei, l’Italia è senza dubbio quella caratterizzata dai prezzi più alti. Imparato sottolinea come, se in Francia si paga un mega wattora 65 euro, in Italia la stessa quantità costa più di 180 euro.
Già riuscire a far abbassare questa voce di costo sarebbe di supporto alla competitività e all’industria automotive. Soprattutto perché in Italia vi è anche il problema delle multe relative alle quote delle auto elettriche. E Jean Philippe Imparato non usa mezzi termini. “Se per fine anno le cose non cambiano“, ha sottolineato, “dovremmo prendere delle decisioni toste come la chiusura delle fabbriche”. In questo caso ha citato l’impianto di Atessa, dove si produce il Ducato.
Una situazione complessa
Una situazione evidentemente tutt’altro che rosea e diversa da ciò che era stato descritto dal ministro dell’Impresa Adolfo Urso. Questi aveva infatti sottolineato che, secondo lui, Stellantis era tornata a lavorare e investire in l’Italia.
Peccato che le parole di Imparato siano arrivate solo poche ore dopo. Anche senza tener conto del fatto che già nelle scorse settimane erano stati annunciati circa 2000 esuberi. Con una cassa integrazione che continua a crescere esattamente come prima.
Quel che è certo è che ci si trova in una situazione nella quale il governo deve dare una risposta seria e decisa. Cercando ovviamente di tutelare al massimo i posti di lavoro e mettendosi seduto a tavolino per ottenere da Stellantis fatti, non solo promesse.
Senza dubbio, come sostengono i sindacati, è fondamentale un confronto con il nuovo amministratore delegato Antonio Filosa. Solo in questo modo sarà possibile conoscere effettivamente il piano industriale della società italo-francese.