Stellantis, pressioni sul Governo per incentivi?

Stellantis impegnata in pressioni sul Governo per rendere stabili gli incentivi? Utilizzando i sindacati e il rapporto con loro? È un taglio degli avvenimenti proposto da Il Fatto quotidiano che non è semplice dismettere.

Le promesse mancate di Stellantis

Perché si tratta di una lettura interessante degli ultimi avvenimenti occorsi. E soprattutto delle promesse fatte. Arrivate a sindacati e governo tramite Carlos Tavares.  Il punto è che tra tutto ciò che poteva accadere, la maggiore “collaborazione” sembra arrivare dall’Esecutivo, forse per via della vicinanza alle Europee.

In questi giorni Stellantis sembrerebbe aver confermato la produzione della 500 ibrida a Mirafiori. Ma le tempistiche non sembrano essere poi così strette. E questo rappresenta un problema per l’occupazione. Non dobbiamo dimenticare che attualmente la produzione è praticamente ferma. E che ovviamente i sindacati non vedono di buon occhio promesse che sono state tali e basta nel corso di questi ultimi mesi.

Tutto rimarrà fermo a Mirafiori in pratica fino a inizio giugno. La situazione generale non consente l’accontentarsi di semplici promesse. Le parti sociali sono in attesa e, davanti a una simile situazione, le richieste che vengono da Stellantis difficilmente saranno soddisfatte. Come quella di mantenere stabili gli incentivi per le auto elettriche.

Quel che l’azienda vorrebbe corrisponderebbe al mantenimento dell’ecobonus su base pluriennle, con uno sconto di 13 mila euro a vettura sul lungo termine. Impossibile che venga dato senza nulla in cambio. E con esso anche la creazione di infrastrutture di ricarica per le auto. Tutto l’opposto di Tesla, che fa da sé anche in questo.

Stellantis dovrebbe mettere sul piatto perlomeno un cambiamento da punto di vista occupazionale. Al momento mancano proprio le garanzie base.

Mancano garanzie per i lavoratori

Non ci sono garanzie su occupazione e rigenerazione con nuove assunzioni, su ricerca e sviluppo, progettazione e produzione”, ha sottolineato il segretario della Fiom Michele de Palma. E la Uilm sembra percorrere la stessa linea di risposta. Ha infatti sottolineato l’assenza di una reale soluzione per tutte quelle situazioni “calde” riguardanti Stellantis. Quella legata al rilancio della Maserati e ciò che ne consegue è solo una delle tante.

Pensando alla reazione ottenuta dalle parti sociali è poco probabile che Stellantis riesca a fare davvero pressione sul Governo. Soprattutto perché non ha messo sul tavolo reali passi in avanti a livello occupazionale. Dando spazio a cassa integrazione e chiusure.  Prima di veder crescere la produzione negli impianti italiani come necessario, si potrebbe arrivare addirittura al 2026.

E siamo sicuri che tutte le parti saranno d’accordo in merito a questa attesa?