Quando si parla di Stellantis si è pronti a osservare “eventi” simultanei anche in contrasto tra loro. Cosa significa? Che mentre il presidente John Elkann parla di anno d’oro per il 2024, parte un nuovo giro di cassa integrazione a Mirafiori.
Ancora cassa integrazione a Stellantis
Dobbiamo sottolineare che per quanto possa cambiare il punto di vista prendendo in analisi l’occupazione e i risultati cari agli azionisti dell’azienda, ci troviamo davanti a una situazione surreale. Soprattutto per via della coincidenza nei tempi. Questo perché proprio nel momento in cui si parla di “traguardi significativi” per Stellantis nel 2023, Mirafiori si trova ad avere a che fare ancora con la cassa integrazione.
Nell’impianto torinese è arrivata infatti la comunicazione legata a un ulteriore stop dei lavorati della Maserati e della 500 elettrica che si troveranno in cassa integrazione dal 22 aprile al 6 maggio. Va da sé che il malcontento dei sindacati nei confronti di Stellantis è stato imponente e rumoroso alla notizia. Sara Rinaudo della Fismic ha giudicato la notizia come una doccia fredda. Il segretario generale della Fiom Torino, Edi Lazzi, e il responsabile di Mirafiori per i metalmeccanici Cgil, Gianni Mannori, hanno sottolineato come lo sciopero della scorsa settimana trovi maggiore giustificazione ora.
E che le parti sindacali fanno bene a far sentire la propria voce e a richiedere nuovi modelli. In alternativa, l’unica certezza rimarrebbe solamente l’uso degli ammortizzatori sociali da parte di Stellantis.
Più nello specifico questi riguardano 1.260 operai della carrozzeria e i 960 della linea Maserati che al momento possono contare sul contratto di solidarietà fino al dicembre 2024. Le vettura assemblate a Mirafiori in questo periodo sono il 50% in meno dello stesso periodo del 2023.
Bisogno di fatti concreti
“È necessario aprire una vera trattativa a palazzo Chigi con il governo, Stellantis e i sindacati che metta al centro Mirafiori“, sottolineano gli esponenti Fiom. “Ma che parli anche degli altri stabilimenti italiani, pena la perdita dell’auto nel nostro Paese”.
All’interno di questo quadro relativo a Stellantis, non dobbiamo dimenticarlo, vanno tenute da conto anche le uscite volontarie, circa 1500 a mirafiori. È per tale ragione che il discorso del presidente di Stellants John Elkann lascia perlomeno perplessi dal punto di vista della tempistica. Perché ovviamente un’azienda deve pensare ai propri azionisti. Ma non deve dimenticare che se i suddetti possono contare su un guadagno dipende dal lavoro dei propri dipendenti.
E la situazione non sembra attualmente molto rosea. Anche al netto di tutti i confronti tra l’azienda, le parti sociali e il Governo. Bisogna puntare ad azioni concrete e non a semplici promesse.