Mirafiori, uscite volontarie in atto. Sono troppe?

Mirafiori è uno degli stabilimenti automotive più importanti in Italia. E attualmente sarebbero in atto 1560 uscite volontarie. La Fiom lancia l’allarme sulla questione, sottolineando come i numeri siano eccessivi.

Cosa accade a Mirafiori

Soprattutto se si pensa alle dichiarazioni del ceo di Stellantis Carlos Tavares che, non molto tempo fa, confermava l’Italia come basilare per la produzione del gruppo. In queste ore il sindacato sottolinea come sebbene si tratti di uscite volontarie concordate con l’azienda per quel che concerne Mirafiori, in linea teoria i numeri previsti dal terzo accordo di un anno sarebbero già esauriti.

Questo infatti chiamava in causa 2000 uscite incentivate per un riduzione totale di 7000 unità dell’organico italiano. Cifra, a quanto pare, raggiunta lo scorso gennaio secondo le firme sindacali. Nell’ultimo gruppo di allontanamenti volontari rientrano 733 impiegati, 330 operai del settore carrozzerie. E ancora 40 tecnici e ingegneri del Centro ricerche Fiat, 22 addetti della Mopar ricambi, 10 operatori della pista di Balocco e i 20 della security.

Tante e diverse uscite che colpiscono però, principalmente, l’impianto produttivo di Mirafiori. Facendo pensare che questo rilancio che spesso viene paventato non sia poi così programmato.

La situazione negli stabilimenti di Stellantis in Italia è in netto peggioramento”, spiegano dalla Fiom. “A Mirafiori continua l’utilizzo degli ammortizzatori sociali con la cassa integrazione sulla 500 Bev e il contratto di solidarietà sulla linea della Maserati. E in tutti gli altri siti aumenta la cassa integrazione per le lavoratrici e i lavoratori”.

Una condizione particolare

È comprensibile quindi che la Fiom denunci l’attuale condizione, soprattutto perché le uscite volontarie così organizzate comunque, avendo impatto sulla produzione, la avranno anche sulla filiera collegata.

Preoccupandosi, tra le altre cose, della situazione di Melfi e Pomigliano d’Arco che non sembra essere migliore. I maggiori timori dei sindacati riguardano la sopravvivenza degli impianti in Italia. Il numero di uscite incentivate e il modo nel quale è gestita la situazione non fanno ben sperare per il futuro. Anche davanti alle dichiarazioni di Tavares che vogliono l’Italia con un ruolo preminente all’interno della produzione del gruppo.

Stellantis, dal canto suo, risponde alle parole della Fiom sottolineando come tutto ciò che è accaduto rientra perfettamente nelle politiche di gestione dei lavoratori che vogliono risolvere i rapporti di lavoro con l’azienda. Sia per quel che riguarda nuove opportunità di lavoro che l’entrata nella pensione.

Quel che è certo è che sarà importante verificare quello che accadrà nelle prossime settimane. E se qualcosa cambierà nel caso in cui venisse aperto un tavolo di confronto dal Governo.