Giappone sulle orme degli Stati Uniti?

Piovono i nuovi dati macroeconomici del Giappone: la crisi è stato solo un momento di debolezza o è sempre in corso? Il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 4,1%, alto, ma in calo del 1,5% rispetto allo scorso anno. Le spese per le famiglie sono però salite dell’1,1% di pari passo con il calo dei redditi reali delle famiglie di operai, -0.1%, e con l’aumento dei consumi reali dell’1,4%.

Il CPI (indice dei prezzi al consumo) è calato dello 0,2%. In aumento invece il dato sulle vendite al dettaglio, +3% contro l’1,3% di gennaio. Dati macroeconomici non del tutto negativi quindi, ma la crisi pesa ancora: il Msci Sol Levante ha perso 1% negli ultimi sette giorni ed il vice governatore della Banca Centrale Giapponese ha già messo le mani avanti. Masaaki Shirakawa ha infatti ammesso che l’economia giapponese sta vivendo un periodo di incertezza ed è a rischio rallentamento. Prudenza quindi nel gestire la politica monetaria: i tassi di interesse sono allo 0,50%, per il momento non sono previsti tagli ma non sono esclusi interventi di riduzione.

Le preoccupazioni ci sono ma per ora è possibile parlare solo di rallentamento: il Pil del quarto trimestre del 2007 è risultato essere in crescita dello 0,9% rispetto al terzo. Più significativo forse il dato sulla fiducia dei consumatori, mai stato così basso negli ultimi cinque anni.


La Borsa giapponese non sta affrontando un bel momento e comincia la settimana con il Nikkei in calo del 2,3%. L’outlook mondiale è incerto ed ancora non si capisce quale area geografica possa uscire meglio dalla crisi: c’è chi punta sui mercati emergenti, anche se per ora non ne stanno uscendo indenni, e c’è chi scommette ancora sul Giappone.

Il paese asiatico però dipende quanto l’Europa e forse ancora di più dalle esportazioni e dal dollaro, dal momento che gli Stati Uniti sono il loro mercato di riferimento. Lo yen forte (scambiato a 99,75) costituisce un problema per il Giappone così come lo è per noi l’euro in continua crescita sul dollaro.

La seconda più grande economia del mondo sembra a molti sull’orlo di una recessione, o almeno pronta a seguire le orme degli Stati Uniti: gli investimenti delle grandi società giapponesi sono crollati del 7,7%, così come i loro profitti, in flessione a causa dell’aumento del costo del greggio e delle commodities in generale.

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