Il governo britannico salva la Northern Rock Banck dal fallimento. La banca, entrata in crisi a causa della vicenda dei mutui subprime nell’estate scorsa, è stata oggetto di offerte fino al 4 febbraio, termine fissato per il take over. Tra le offerte presentate nessuna però è risultata soddisfacente dal governo che ha quindi annunciato la nazionalizzazione temporanea della banca, definendolo “il male minore”.
Le offerte presentate erano due: la prima, e più accreditata fino al giorno del rifiuto del governo, era quella di Richard Branson, numero uno del gruppo Virgin Money. Dall’altra parte l’offerta presentata da un gruppo di azionisti interno alla banca.
La decisione finale spettava allo Schacchiere britannico, Alistair Darling, il quale già prima di valutare le due offerte aveva anticipato la possibilità della nazionalizzazione, qualora le offerte svalutassero la banca.
La Northern Rock è in debito con la Banca d’Inghilterra per 35 miliardi di euro, arrivati in prestito da settembre ad ora per permetterle di avere la liquidità necessaria per rimborsare i contribuenti e le due offerte avrebbero in qualche modo dovuto garantire la restituzione del credito.
Il Governo ha assicurato che la banca continuerà ad essere gestita come se fosse privata e che tornerà sul mercato una volta concluso il risanamento. Periodo non facile comunque per tutto il settore bancario inglese, non passato immune dal credit crunch statunitense. Le banche hanno infatti dato una stretta alla disponibilità di credito e ai mutui concessi. Secondo uno studio della Banca d’Inghilterra il 52% degli istituti finanziari nell’ultimo trimestre del 2007 ha diminuito il volume dei prestiti alle imprese ed il 2008, almeno nei primi mesi, non vede e non vedrà certo un inversione di rotta, anzi.
E qualcuno aveva detto che la crisi dei mutui subprime non interessava le banche europee?
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