Dazi, cosa sta accadendo? Attivi o no?

I dazi sono al centro di una vera e propria battaglia legale in atto negli Stati Uniti. Mentre Donald Trump continua ancora con la sua guerra commerciale a suon di protezionismo.

Guerra dei dazi in tribunale

Non è durato nemmeno 24 ore l’effetto dell’ordinanza imposta dalla US Court of International Trade di New York nei confronti della Casa Bianca. Una sentenza della Corte d’appello federale l’ha infatti bocciata, accogliendo il ricorso presentato dal presidente degli Stati Uniti in merito allo stop imposto ai dazi da ben due tribunali federali.

Lo stop intimato aveva fatto andare su tutte le furie Donald Trump, che era arrivato addirittura a definire “golpe” la decisione dei giudici, accusati di essere degli attivisti. Questo, nonostante l’applicazione di una legge degli anni ’70 che non consente al governo americano di imporre dazi globali. Per quel che riguarda le tariffe imposte in generale sul commercio, la Casa Bianca ha reso noto di essere pronta a usare qualsiasi mezzo per rafforzare la propria posizione commerciale e contrastare l’abuso di potere da parte dei giudici.

Non metterebbe alcuna limitazione all’uso della Corte Suprema, ove necessario. E sappiamo che già nel suo precedente mandato il presidente statunitense l’aveva plasmata più o meno a sua immagine e somiglianza. Il consigliere per il commercio di Donald Trump, ovvero Peter Navarro, ha fatto sapere che l’amministrazione sarà pronta a rispondere con forza. E che, anche in caso di perdita della battaglia legale, troverà un modo per imporre i dazi.

Inefficacia di un simile sistema

Potrebbe sembrare superfluo sottolineare come questo atteggiamento sui dazi sia inopportuno, sia a livello internazionale che locale per gli Stati Uniti. Prima di tutto dal punto di vista finanziario e successivamente dal punto di vista sociale. Le politiche protezionistiche non hanno mai dimostrato la loro efficacia, tanto negli Stati Uniti quanto nel resto del mondo. E la ragione è duplice. Per prima cosa, si ha un effetto sulla domanda importante, perché dall’altra parte non vi sarà mai un’offerta corrispondente.

Importazione ed esportazione, per semplificare la questione all’estremo, sono necessarie non solo per la crescita dal punto di vista aziendale ed economico. Rispondono infatti a esigenze relative a specifici prodotti o beni. Se alcuni vengono a mancare perché non più acquistati all’estero a causa delle forti tassazioni, il rischio è quello di rimanerne privi. Scatenando agitazione sociale dettata dall’aumento dei prezzi necessari a coprire le spese di approvvigionamento.

A tutto ciò deve poi essere aggiunta la seconda ragione dell’inefficacia di una simile politica. Finanziariamente parlando non è di alcun supporto alla crescita, agendo in maniera negativa sull’inflazione e aumentando di conseguenza il costo del denaro. Causando danni alla popolazione.