Tra qualche giorno dovrebbero essere varati dal Governo i 3 decreti legge legati alla messa in atto dell’Ape, la pensione anticipata con “prestito”: una per ognuna delle differenti versioni messe a punto di questo “escamotage”.
Si tratta di un mezzo per rinnovare la forza lavoro italiana e dare modo ad alcuni selezionati di andare in pensione prima dei termini previsti dall’attuale legge.
Ape social
Questa versione di decreto è riservata all’ottenimento della pensione anticipata da parte degli invalidi, dei disoccupati ed a coloro che si prendono cura di un parente invalido. In questo caso il prestito è pagato dallo Stato che ha stanziato appositamente 300 milioni di euro in bilancio per tale scopo e la pensione lorda non deve superare i 1.500 euro mensili. E’ stato stimato un potenziale afflusso di 35mila domande nel 2017 e di 20mila nel 2018.
Le domande potranno essere presentate in due fasi: dal primo maggio al 30 giugno e, successivamente, dal primo luglio al 30 novembre. Nella seconda fase si entrerà in una graduatoria a esaurimento in base alle disponibilità finanziarie mentre per ciò che concerne l’anno prossimo 2018 le domande dovranno essere presentate entro marzo.
Ape volontaria
Questo accesso anticipato di pensione è rivolto a lavoratori pubblici e privati che vogliano smettere di lavorare: coloro in possesso dei requisiti necessari possono accedere ad un prestito pensionistico di durata compresa fra 6 e 43 mesi, che ogni mese eroga fino al 90% della pensione maturata. Si incomincia a restituire la cifra raggiunta l’età pensionabile, con un tasso annuo nominale del 2,75% più un’assicurazione che copra almeno parzialmente il rischio di morte. Il Tan finale reale sarebbe intorno al 4,6%.
Ape Lavori Usuranti
E’ una variabile di quella social estesa a coloro che hanno svolto in almeno 7 anni degli ultimi 10 un lavoro usurante e che abbiano 36 anni di contributi.