FED: tassi al momento invariati ma economia forte

La Federal Reserve ha deciso di lasciare invariati i tassi d’interesse in una fascia tra l’1,75% e il 2%: si è arrivati a tale decisione dopo circa due giorni di vertice dell’istituto, ma allo stesso tempo si è stabilito che entro la fine dell’anno potrebbero trovare spazio ben due rialzi degli stessi.

Il punto che si vuole raggiungere, spiegano Jerome Powell e colleghi, è quello di ottenere una continua e graduale normalizzazione della politica monetaria. La decisione presa è derivata, tra le altre cose, dal fatto che “l’attività economica sta crescendo a ritmo robusto” e la disoccupazione “è rimasta bassa“: due fattori che avrebbero potuto influire, se differenti, in maniera decisamente diversa sulla decisione della FED.

La spesa delle famiglie e gli investimenti fissi delle aziende [sono in crescita abbastanza da far prevedere] ulteriori, graduali aumenti dei tassi coerenti con una sostenuta espansione, un solido mercato del lavoro e un’inflazione vicina all’obiettivo del 2%.

Insomma, la banca centrale sembra essere ottimista e fa pensare che settembre e dicembre porteranno con sé quel rialzo dei tassi momentaneamente bloccato forse per via delle forti pressioni del presidente Donald Trump convinto che questa via alla normalizzazione possa mettere a rischio i miglioramenti raggiunti dall’economia americana. Va detto che per tradizione, se non vi sono emergenza specifiche la FED lavora sul costo del denaro in modo da adeguarlo a quei parametri che si rende necessario rispettare per mantenere in positivo l’economia.  Le condizioni attuali, tra l’altro, sembrano sostenere in modo corretto l’inflazione che secondo gli analisti sarebbe pronta a superare il 2% voluto dalla Federal Reserve.